venerdì 19 novembre 2010

Terre di Vite, le ragioni di una passione































Accidenti,ormai è un tour de force, le manifestazioni legate al vino e a cio' che ci gira intorno, si stanno moltiplicando, una fatica immane alla quale gli armadilli non possono e non vogliono sottrarsi..
Questa nel Castello di Buronzo, nel mezzo delle risaie Vercellesi, si è rivelata intrigante e piacevolmente “intima”, sara' per l'affacinante location, sara' per i soli 24 produttori presenti ma alla fine ha prevalso quell'atmosfera confidenziale che troppe volte manca. Gli eventi collaterali legati al vino mi sono invece sembrati un po' troppo impegnati una sorta di approccio un filo snob e radical-chic, Sangiorgi a calcato un po' la mano in questo senso, perdendo di vista la connotazione piu' popolare del vino a cui in questa occasione avrei affiancato qualcosa di meno cerebrale, piu' ludico e spontaneo. Il percorso intrecciato tra il pianista Sciortino ed il Moscato “Sol” (strepitoso) di Ezio Cerutti mi è sembrato slegato, quasi una forzatura.. Il nostro percorso alla degustazione ha invece privilegiato i nomi meno noti, le nostre vecchie conoscenze non potevano che far presagire quanto di buono abbiamo sempre pensato di loro e oltre a Moriondo (dalla Vallée con il Cornalin piu' buono che ci sia) mi piace ricordare Ar.Pe.Pe.,vini splendidamente austeri; Princic, i cui grandi bianchi mi fanno sempre sognare; Rinaldi, il Barolo della tradizione; Cappellano a difesa degli ultimi vigneti a piede franco e con la magìa del "chinato" elisir dalla formula antica; il vero chianti di Le Boncie (ma chi c'era al banco di Giovanna Morganti?); Fattoria San Lorenzo (IL verdicchio!); Barraco con la “vera” Sicilia nel bicchiere e Nicoletta Bocca, donna di gran classe e cultura, splendida nterprete del dolcetto di Dogliani; ebbene tutti hanno confermato ancora una volta la bonta' dei loro vini e l'estrema disponibilita' e un risvolto umano non indifferente (Nino Barraco sa a cosa mi riferisco, grazie ancora, oltre a fare dei vini straordinariamente interessanti sei una persona con un cuore grande..)
Fra i volti meno noti non posso non segnalare le intriganti bollicine di Manaresi che mi hanno amabilmente dissetato dopo il viaggio, è un metodo Charmat a base di uve pignoletto con uno straordinario rapporto q/p (meno di 4 euro). Il Faro di Bonavita poi è stato una delle rivelazioni della giornata, Nerello Cappuccio, Nerello Mascalese e Nocera come se ne bevono pochi, eleganza, finezza e bevibilita' direttamente dal parte piu' Orientale della Trinacria, che buono!! Cappellini con i suoi Cinque Terre e Cinque Terre Schiacchetra' ci ha catapultato in un orgia di sensazioni mediterranee senza fine, figli di una viticultura eroica sono vini complessi, iodati e salmastri quanto basta, principalmente da uve Bosco e Albarola e ancora A'Vita, il gaglioppo in purezza che ti fa amare la Calabria.
Giornate così vorresti che non finissero mai, per cui all'uscita si puo' giusto pensare di concluderla degnamente con un paio di amici e del buon cibo, obbligatoria in zona la tappa al Bivio di Quinto Vercellese dal bravo Gianni Sarzano mettendo sulla tavola una buona bottiglia, magari la barbera di tenuta Migliavacca (solo un po' troppo giovane), azienda che lavora in regime di biodinamica dal 1962!
Il ritorno verso casa è accompagnato dalle note dell'ultimo, splendido disco solo di Ron Wood, ne avevo proprio bisogno.. (its only rock'n'roll but i like it.







3 commenti:

  1. Il Faro(che non e' Etna,ma sembra)di Bonavita piace molto pure a mia.
    Per il resto ho visto che vi siete difesi come sempre..

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  2. Hai ragione pard, ho sistemato i refusi..sto diventando spreciso come l'uomo armadillo?

    Ma dove l'hai bevuto Bonavita?

    Sì, ci siamo difesi come sempre, ma puff puff..che fatica, 24 sono pochi ma possono diventare tanti ;-))

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  3. L'ho bevuto in una delle gite sociali organizzate dal SERT in posti tipo Agazzano,Cerea etc...
    Quando inizi a seminare bottiglie in giro inizio a preoccuparmi:-)

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