giovedì 28 giugno 2012

Quel Fenocchio di gelataio



- gdf 2012 -

Ogni tanto mi diverte aprire alla cieca quel librone di Alain Ducasse ( J’Aime Monaco ) dove il Nostro si è preso il tempo di selezionare 170 indirizzi inclusi tra la Riviera di Ponente e la Costa Azzurra. Dentro ci ha messo un po’ di tutto, alberghi, ristoranti, pescherie, bar a vin, macellai, produttori di vino, artigiani di vario talento, affinatori di formaggi e anche qualche gelateria.

E con 32 gradi, l’altro giorno a Nizza, mi è sembrato il momento buono per andare da Fenocchio, nella parte più antica della città, tra mille alternative di dubbia ristorazione. Fenocchio spicca e subito mi inquieta: 96 gusti di gelato? Caro Alain, ma come ti viene di indicarmi un indirizzo così improbabile? Calma, procediamo con ordine. Provare prima di commentare.

In realtà i “profumi” dei gelati sono circa 60, gli altri sono sorbetti. Ma non basta, perché altre specialità che da noi si chiamerebbero “torte gelato” completano il vasto panorama. Un’occhiata ai gelati, dove non manca nessun frutto secco all’appello, molti sono floreali che forse solo i francesi farebbero diventare un gelato: verbena, violetta, rosa, fiore d’arancio, lavanda e gelsomino… Poi i classici, tutti quelli che possiamo immaginare ci debbano essere, a base di creme, cioccolato ecc. Qualche curiosità come il caramello al burro salato, il pan di spezie, il pepe rosa o lo zenzero. Si, buon pistacchio, buon fior di latte all’amarena, fasulla la verbena.

Versante sorbetti mi sembra più interessante il discorso, dove tutti i frutti, esotici o anche no, sono all’altezza dello standard cercato in rapporto ai numeri ( ottimo frutto della passione ), e dove le erbe aromatiche non sono trascurate ( timo o rosmarino per esempio), e dove anche la birra è diventata una cosa da leccare. Mi rimarrà il dubbio sul rabarbaro,  sul pomodoro e basilico, e quasi quasi pure sul sapore che avrà il cactus.


Ma il caos di questa piazzetta è delirante, il caldo opprimente, e i prezzi presto dissuasivi ( 50% in più di Grom), ma resta una seconda chance per capire fino a che punto ci sia del vero artigianato in questi gelati e dove inizi la piccola industria, perché scopro che la fabbricazione non si fa sul posto ma bensì in collina, nell’entro terra provenzale, a La Gaude, non distante da Cagnes sur Mer e da Vence.

Lassù, leggo che l’azienda è visitabile, e che la boutique è a disposizione per assaggi in un clima più fresco a tranquillo, magari in un bel giardino, dove poterne provare almeno una ventina, come fosse un menù degustazione tematico. Nell’attesa  mi tengo Grom, quattro sorbetti, dieci gelati, le granite siciliane e il gusto speciale del mese: latte e  mènta, boja fauss.

- gdf 2012 -



4 commenti:

  1. Proprio in Francia mi venne servito un gelato alla violetta come accompagnamento del classico tortino di cioccolato con cuore morbido, ma sai che non era niente male?

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  2. Ho visto che ti stai occupando pure tu di gelaterie, fai bene, oltre a essere stagione bisogna riuscire anche a trovarne di valide. Questa a me convince così così a dire il vero. Certi profumi e certi colori mi puzzano di artificiale.

    La lavorazione della violetta è una specialità della zona, di Tourrettes sur Loup, e può in effetti diventare un gelato molto aromatico ;-)

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  3. Il mio consumo di gelati sta aumentando a dismisura con questo caldo, essendo un amante del genere capita di mangiarlo un po' ovunque ma solo due o tre indirizzi mi hanno pienamente convinto...

    Ps devo ammettere che da qualche anno ho accantonato Grom :(

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  4. MA CAVOLI...... LA GELATERIA DI FIANCO ALLA RINOMATA "cage aux folles" SE CI FOSSE ANCORA L'UGO....

    U GIANCHETTO MILANO

    P.S.
    QUESTA SERA TUTTO IN MAIUSCOLO !

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