giovedì 27 settembre 2012

Go to Jerez


- del Guardiano del Faro -

Eccola! Quella che ti ha fatto impazzire a vent’anni, quella che avresti sposato subito, quella che gli eventi della vita te l’avevano fatta perdere di vista da almeno una dozzina d’anni anche se abita a cinque chilometri da te. Arriva in pareo dalla spiaggia e mi si para davanti con un bel sorriso in compagnia del ricco marito, sempre stata ambiziosa, non poteva accontentarsi. Rivista cinque minuti in uno dei posti e nelle condizioni più improbabili, l’albergo in ottobre era praticamente vuoto, eravamo li in quattro a bordo piscina in una condizione surreale. Un saluto, un abbraccio emozionante e poi mai più, di nuovo mai più, a oggi mai più vista. Altra proiezione mentale forzata fino a questo punto, ma va bene così, anche se con il groppo in gola mi sono levato anche questo fantasma dalla mente.

Si va avanti dunque, ci si evolve, si esce arricchiti dalle vecchie esperienze esaurite e si riparte, respiro lungo e profondo e si riparte, per esempio per Jerez, por la Costa però, via Gibraltar, Algeciras e Cadiz. Bastano pochi chilometri per cambiare clima, panorama e anche  l’architettura dominante si esaurisce nei pressi di Estepona. Lo stile “Marbellì”, sorta di fusion tra motivi architettonici arabi e andalusi lascia spazio a strutture più aderenti al panorama che si snoda tra il verde. Gli ultimi grandi club di golf che si appoggiano alla verdissima Sierra Bermeja sono gli ultimi simboli di uno sviluppo di turismo first class dall’accento inglese. Insegne fascinose come Sotogrande, San Roque e Valderrama  nascondono le ultime urbanizzazioni che godono di un clima umido e piovoso, vittime consapevoli dei capricci meteorologici creati dall’incontro del Mediterraneo con l’Oceano Atlantico, dalla vicinanza visuale di Europa e Africa, dal passaggio oltre le Colonne d’Ercole.

Il bellissimo golfo che unisce la Linea de la Concepcion ad Algeciras è compromesso da una edilizia che si è affrettata a fornire alloggio ai frontalieri che lavorano per gli inglesi di Gibilterra e a quelli impiegati nei distretti industriali della zona interna. Per chi non fosse interessato ad andare a farsi tirare i capelli dalle dispettosissime scimmie di Gibilterra è un sollievo trovare l’indicazione liberatoria, verso Tarifa, l’estremo sud della Spagna , con le sue spiagge selvagge, il suo vento tagliente e il profilo delle onde punteggiate dai colori dei costumi dei surfisti in azione.

Più giù di così non si può, è inevitabile risalire verso nord, nord ovest, in direzione Cadice. Prima però sarà il caso di fare una sosta in un qualche Hostal provvisto di cucina e di una cassetta di scampi freschi da aprire in due e cuocere velocemente  a la plancha. E insieme a questi meravigliosi crostacei pescati davanti a Sanlucar de Barrameda cominciare a prendere confidenza con un primo calice di Jerez Fino Manzanilla , what else?

A questo punto le strade si dividono, e gli appeal alternativi raggiungibili sono entrambi di altissimo rilievo, perché proseguendo lungo costa in mezzora si arriverebbe in Algarve, verso quel meraviglioso ristorante di Albufeira che si chiama Vila Joia, l’unico due stelle Michelin mai apparso sul suolo portoghese prima del 2011. Sarebbe un obiettivo assolutamente appagante, ma in mezzo c’è il Guadalquivir e il Parco nazionale di Donana a spingermi verso nord, quindi da Cadiz la direzione quasi obbligata sarà quella che indica la via verso Jerez de la Frontera.


La laguna salmastra bianca come  dopo una nevicata è il sottofondo monocromatico dove le basse vigne si inseriscono come scarabocchi su un foglio bianco. Il sole splende, l’aria è secca, il cabriolet aperto, il braccio appoggiato, in radio ci sono i Simply Red, è Jericho, sempre quella; é dal ’84 che da queste parti in radio passa Jericho, il programmatore è sicuramente un romantico. Le colline dolci e ampie si susseguono, i filari allineati rimettono ordine nel paesaggio e nei pensieri che rimandano la mente ai motivi storici, così particolari e unici, così come è questa zona e così come sono i vini che esprime: unici...



- gdf 2012 -

1 commento:

  1. E' timido, quindi lo faccio mio questo pensiero :

    “Chissà se tu sei cambiata, chissà dove sei finita…in questo lampo di vita che ci sembrava infinita”...

    Grazie M

    RispondiElimina