giovedì 22 novembre 2012

Champagne da P.C. | R. Dumont Solera


- gdf 2013 -


Se non è gin tonic che sia Champagne, ma a fianco alla tastiera, che uno dei due non manchi mai. Poi dici, quello che scrivo alla sera è meglio che lo riguardo il mattino dopo, quando a volte mi chiedo che cosa ho scritto. Ma gli scarti sono sempre di meno, nel senso che se l'alcol è bianco o il vino è pulito, tutto sommato anche il giorno dopo si capisce quello che ho digitato, andrà solo sommariamente corretto prima di apparire sul mio bloc notes digitale, oppure sommariamente soppresso nel cestino virtuale.

Niente male questo Solera di produttore minore solo di notorietà, perché il vino esce brillantemente dal vetro rivelandosi in canotta color paglia chiara e pantaloni di pelle attillati, con bollicine fitte, verticali e finissime, con un naso dritto e affilato come la lama di acidità che si spegne in fondo al palato solo dopo qualche minuto di sosta non vietata.

Solera? No, non l'avrei detto. Molto diverso da Selosse. Solera a vita bassa, che gli sta bene. Difficile da tener a bada. Nessun segno di ossidazione. Nessun profumo troppo marcato. Pulito e per nulla obliquo. Acido come dovrebbe essere un vino, un piatto, un carattere, un discorso. Ci combatto sperando di vincere tirando avanti la partita, augurandomi di chiuderla 7-5 al quinto, salvo sospensione causa oscurità. Difficile metterla sotto.

- gdf 2013 -


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