mercoledì 10 aprile 2013

La cucina Vintage # 3 | I tortellini panna e prosciutto


 gdf 50 & 50

Accidenti! Mi è scappata via di mano un po' troppa panna? Volevo fare la presentazione avanguardista e guarda qui che cosa ne è uscito. Ahò! Ammazza che zozzeria!  I guru della critica, e anche quelli non critici ma con la faccia da guru non esiterebbero a rimproverarmi per l'eccesso di grassi. A mia discolpa - Avvocato, mi difenda! - ci sarebbe da evidenziare che certi piatti non si possono troppo modificare. E allora perché ho messo nel piatto questa Corazzata Vintage degna di Fantozzi? Perché ci credevo, perché pensavo potesse reggere, a scapito delle proporzioni, e anche dei rifacimenti tristellari contemporanei, sicuramente più equilibrati. E invece stavolta non può reggere, perché qui, la regola del tre è già nella storia, nella tradizione.



Caro Guardiano sii clemente con i tortellini...

Estate, ultimo anno del liceo, davanti a noi 2 mesi di libertà, km di musica, notti di parole,  flussi di energia in perenne movimento.

Partimmo, con me  c'era lui, il mio amico, capelli lunghi, occhi azzurri e il suo Primavera bianco dal cavalletto consumato per le grattate in curva, mandavamo scintille in tutti i sensi...

Avevamo la sfrontatezza di chi sa che le porte sono ancora tutte aperte e non è intenzionato a varcarne nessuna.
Abbiamo condiviso tutto...oggi siamo cambiati ma l'intesa scaturita da quella vacanza era destinata a durare nel tempo, oltre le nostre scelte, al di là di tutto, a prescindere.
All'Elba si dormiva in spiaggia sotto le nostre prime vere stelle o nel giardino di una villa di due toscane IGP ma volevamo le tedesche  e le trovammo al Camping di Riccione.
Tra litigiosi pescaresi in lingua DOC, ragazzine svestite di plastica che la sapevano lunga e qualche psichedelica divorammo quell'estate e pirofile di tortellini panna prosciutto...sembra "un'estate fa"



Oggi mascheriamo la malinconia e fingiamo di non ricordare...ma se capita di vedere su qualche lavagna :  tortellini panna e prosciutto,  dentro sorridiamo

Marco, non me la mettere giù sul lato malinconico: la panna fresca da sola o usata per dare cremosità ad una salsa può essere buona. Il tortellino artigianale (in brodo però) è eccellente. Il prosciutto cotto, con una pezzo di pane o un grissino, è ottimo. E poi il prosciutto (crudo) e il parmigiano, così come la mortadella, ci sono già nel ripieno. Sono passato dal Vintage al Trash spinto. Qui la regola del tre non funziona, non così. Si potrebbe aggravare la situazione aggiungendo pepe e noce moscata. Si potrebbero aggiungere tante cose, mentre la via di uscita, lo scopro a brodo bollente, e calare altri tortellini nel brodo, e basta. E chiuderei con un bicchiere di bollicine in grado di sgrassare tutta quella panna.


11 commenti:

  1. Dopo la principessa sul pisello, il letto di panna, forse UGM non ha tutti i torti, non vorrei che il tuo seguito di pubblico femminile indirizzasse la prua verso un approdo più sicuro...ma no, più sicuro di un faro cosa c'è...è poi se si parla dell'ombelico di Venere la deriva è inevitabile
    Marco 50 & 50

    RispondiElimina
  2. Ma veramente è tutta panna quella copertura bianca? Sembra neve dai cui sporgono i sopravvissuti.
    A

    RispondiElimina
  3. Con orrore trash, viene un pensiero verso un blog che si chiama senzapanna..... :-)

    BB

    RispondiElimina
  4. La Dotta Confraternita del Tortellino sta minacciando il lancio di un enorme tortellino verso oriente a scopo di sperimentazione.
    Se fossi in te, andrei in Val d'Aosta a comprare un altro litro di panna.
    Alba

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono al discount dietro ad Ingroia, finisse la panna, sempre di fontina camperemo

      Elimina
  5. Quanti danni ha fatto quel muller!!! Ancora oggi c'è gente che se la prende se il muller non è frizzantino....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quasi tanti quanto quelli del Marsalovo.

      Elimina
    2. Quel giorno le Prince de Contì e il Delfino del Re, nonché Duca di Borgogna, chiesero finalmente spiegazioni a Monsieur Brunet(uno di Parigi amico di Louis Xiv) del perché le celebri viti del Capo di Buona Speranza, che avevano ricevuto e ripiantato a Beaune, non avessero prodotto un frutto degno di riprodurre in Borgogna quel grande vino di cui quel luminare di André Jullien andava lodandone le doti sperticatamente. Non sapendo come salvare la testa, il Brunet se la cavò affermando che dal Capo di Buona Speranza, a parte il nome, era stato possibile spedire solo le piante, ma non l'intero suolo e la luce del sole che ci stava sopra.

      Elimina
    3. così delusi che piantarono il Nebbiolo a Vosne :-)) ....,,,,,,,,,,,,,,,,,,,

      Elimina
  6. per l'ha vissuta quell'estate sarà solo e sempre la madre di tutte le estati.........

    RispondiElimina