giovedì 4 luglio 2013

Racconti d'estate # 4 | The starman


del Guardiano del Faro

Questo foglio di carta da macellaio custodisce la Bresaola di Sanremo. Si può fare la bresaola al mare? Nella Riviera dei Fuori si può.  Non è bresaola di tonno, non ce n’è di Moreno Cedroni da queste parti, ci sarebbe un Masieri, ma... ma un macellaio ingegnoso si, che stufo di bresaole lombarde fatte con tignosi magatelli di zebù  brasiliani decongelati o con marmorizzati girelli di angus argentini sotto vuoto ha deciso di mettersi in proprio. In cambio vuole 39 euro al chilo, ma il prodotto li vale tutti. Anche perché dopo  che te l'ha affettata risparmi sull'olio e sul limone, che in Riviera quasi tutti hanno in proprio.

E bravo Carlo, perché se non ti accontenti di quel che c'è già puoi far meglio, partendo da un magatello bovino di razza piemontese, aggiungendo un mix equilibrato di sale speziato e qualche mese di paziente lavoro.

Pretendendo meno, si può produrre una bevanda gassata, leggera e piacevole come una gazzosa, e poi metterla in commercio sotto i tre euro e chiamarla Muller Thurgau spumante, che con la bresaola ci sta anche benino. Miracoli Trentini.

Invece l’ispettore pigro e Longobardo si accontentava di tristi pinot neri dell’Oltrepo’ vinificati in bianco e nero  come un film d'essai, e di bresaole milanesi affettate e condite di grigio smog appena fuori dall’ufficio di Corso Sempione, risparmiando per una volta il martellato Montecristo all'incrocio di Via Prina, prima incensato e poi punito, messo nel punto giusto, ma spesso in momenti sbagliati. Una bresaola sbagliata nel piatto e una dritta al dente nella pausa pranzo, sistemandosi i baffetti pensierosi e immaginando un cielo sempre più stellato e generoso verso l’Italietta che usciva dalle trattorie e che andava verso la peggiore versione della fasulla Nouvelle Cuisine all’italiana.

Avanti e indietro da Milano alla casetta su una sponda del fiume il pendolare delle stelle mi parve stanco. Stavolta  l’ispettore pigro me ne aveva messa in mano una veramente preoccupante. Forse ne voleva una anche sotto casa come sotto l'ufficio? anzi, sopra a casa, perché brillasse proprio dove la luce si poteva riflettere sul suo giardino.

Proprio appena al di là del ponte di ferro che divide due provincie e due regioni in un sol colpo, e dove a loro insaputa, il Cauzzi e VG stavano covando una passione comune nel medesimo comune che sarebbe sbocciata molto più tardi, ma con interessi diversi. Troppo presto per carenza di strumenti mediatici, troppo tardi sul lato temporale, che stava per abbattersi.

Oggi invece avrebbero gli strumenti per farlo, nel frattempo mi presi delega senza conoscerli, in tempo con l'ispettore pigro, mentre di tempo nei avrei dedicato in seguito e a lungo anche a quei due al di là del fiume.

Nel documento segreto di qualità indubbia fatto passare insieme alla bresaola industriale c’erano indirizzi dubbi e altri probabili. Lessi con attenzione l'elenco vergato frettolosamente su una carta da macellaio e me lo misi in tasca stropicciandolo solo un poco, per renderlo vissuto. Ora posso dire che alla fine nessuno di quelli dubbi passarono il ponte, perché sovrastimati dall'ispettore pigro. Pas de macaron da mettersi al collo, dommage.




Domenica sera è una buona unità di misura, perché non hai l’alibi del pienone del sabato sera, e neanche quello della domenica a pranzo; mentre il sabato a pranzo è sempre stato il momento migliore per visitare un ristorante se vuoi fare il cliente, ma se ci vai per un altro motivo e lui è  aperto di domenica sera... e se ha anche ambizioni importanti, e allora ci deve essere. Oggi non lo farei più: oggi bisogna dare una mano ai ristoratori che vogliono fare qualità ma che sono in difficoltà. Ieri quelli che facevano i furbi e volevano giocare in due campionati erano più di quelli in difficoltà.

Quella domenica sera c’era poca scelta, avendo avuto un banchetto a pranzo, ma quello che arrivò nei piatti fu comunque scarso di qualità oltre che di scelta. Quello che però fece traboccare il vaso, nonostante la signora in sala -vista la comanda- avesse mangiato la foglia e anche le prime gemme, fu un piccolo dettaglio di servizio di sala, angolazione di scheda a cui l’uomo delle stelle teneva molto.

La bottiglia proposta per cominciare era una di quelle delle stelle e per le stelle, ma non ancora Mumm o Steinbruck, era Ca' del Bosco. Ma il tappo fu particolarmente ostico, ostile al sogno stellato, e quindi si rifiutò, anche lui. L’imbarazzo, il sudore, l’ansia. E poi il panico. Esiste uno strumento per cavarsela in quei casi. Uno schiaccianoci per esempio, oppure una pinza da tappi di Champagne. Potrebbero andare bene entrambi, basta che non li stringi sul collo della bottiglia.

Prendere più vetro che sughero non va bene, ma tutto è relativo, perché se la vuoi aprire quella maledetta bottiglia di fronte all'ispettore prima o poi la aprirai. La aprirai in due. PATATRAC! L'uomo delle stelle, l'ispettore pigro, ci mise un bel po' a scendere dal cielo, ad andare a verificare, ma forse non ci andò neppure, per non soffiare polvere su vetri ormai rotti.

C’è un uomo delle stelle 
Che aspetta nel cielo 
Vorrebbe venire a incontrarci 
Ma pensa che soffierebbe via le nostre menti 


David Bowie


gdf

14 commenti:

  1. A Sartirana di Merate, un altro Carlo, produce un'ottima bresaola, ci aggiungo un po' del pepe toscano di Lele e uso con parsimonia olio e limone.
    Tu senza parsimonia hai distribuito qua e là delle gemme, mi manca qualche riferimento per cui non mangio completamente la foglia...ma noto con piacere che tradurre Dylan Thomas a qualcosa è servito...
    "This is Major Tom to Ground Control...
    And the stars look very different today"
    David Bowie: Ground Control To Major Tom
    Marco 50&50

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  2. Verità che trapelano tra il serio e il faceto, in salsa agrodolce.
    Fa.

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  3. - non c'è n'è -
    Quiz sotto l'ombrellone: trova l'errore!
    Nella frase sopra riportata c'è un "è" di troppo. Chi indovina vince una cena per due persone offerta dal Guardiano del Faro!!! Ahahhaahah

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  4. oggi sono stato sgarbato, avventato e presuntuoso.
    Il mio vicino di ombrellone, diciamo un modesto appassionato di cibo, ha chiesto informazioni sulla cena di ieri sera all'addetto al salvataggio, sono intervenuto in modo pungente e un po' a sproposito.
    Lui mi ha risposto con garbo e con una battuta, allora ho pensato, chissà chi si crede di essere questo nuovo venuto che crede che un Pignoletto sia un omino pignolo e che il primo champagne l'ha bevuto per interposta amicizia.
    Forte della mia esperienza mi sono detto, adesso lo sistemo io questo nuovo venuto, questa percentuale di uomo, venuto dal nulla ad offuscarmi il sole.
    Ho messo lì una battutina ad effetto certo che non avrebbe saputo rispondere e così ho lasciato il fianco scoperto e ho fatto una bella scoperta : il mio vicino di ombrellone era un fabbro.
    Non ho mai preso tante mazzate in vita mia ma ho continuato a credere di potercela fare, che l'addetto al salvataggio, l'unico che avesse voce in capitolo, venisse in mio soccorso, invece ci sono finito io al pronto soccorso perchè non sono stato pronto e adesso non so se domani, sotto l'ombrellone rideranno tutti di me, di un povero fabbro non riderà di certo nessuno.
    Guardiano, non mi sento bene, avrò preso troppo sole o troppe mazzate ?
    Marco 50&50

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    1. forse solo troppo alcool. In buona compagnia.
      Di là mi son spiegato.
      Certe vigliaccate le lascio confinate in riviera.

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  5. Non solo, ricordi cosa diceva Lucio Dalla a proposito di chi si metteva al sole di Riccione? E poi, dai, andare a picchiare il naso sui vetri dei PG. Chiudi con queste vacanze a Riccione e torna in Brianza. Il Pellegri lo troverai in Pizzeria a Vimercate. E' persona a modo e gentile; sicuramente ti spiegherà privatamente il suo modo di vedere grassi e magri.

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  6. Guarda che il primo ad ironizzare sui nomi sei stato tu, ho incassato il tuo sarcasmo ma hai insistito, da parte mia possiamo sotterrare la tastiera di guerra, anzi ti offro una pizza, volentieri.
    La mia scrittura, o la questione di fondo, è effettivamente in pericoloso equilibrio precario ma, astener si perditempo, traduco volentieri.
    La pizza puoi non accettarla, vedremo, speriamo non debba dirti : che compassione gourmet
    Marco 50&50

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  7. Troppo alcool non credo, in una degustazione alla cieca non saprei distinguere un bianco da un rosso, ma percepisco quando l'ironia inizia a trasformarsi e senza cattiveria mi trasformo in un fabbro
    Marco 50&50

    P.S. : ho chiesto spazio per non giocare sempre fuori casa, il Guardiano non c'entra


    Inviato da iPad

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    1. Siamo in buona compagnia. A me è capitato l'altro ieri in un bel posto a Milano che ti consiglio e che si chiama, per l'appunto, La Cieca.
      Le canzoni di Lucio Dalla le conosco bene.
      Ripeto, non ho insistito (il meccanismo di risposta "rispondi A" è lì a provarlo).
      Ciao.

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  8. Leggo solo ora: " certe vigliaccate le lascio confinate in Riviera "

    ovviamente ce l'hai con qualche assessore al turismo della provincia di Imperia

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  9. Ovviamente c'è un assessore al turismo che conosce Dalla quanto me.
    Sarà per questo che da quelle parti di concerti non ne saltan fuori mai.

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    1. Non per smentirti, o anche si, su queste e moltissime altre cose che fai credere di conoscere e invece solo puntini, ma proprio ieri sera a Porto Maurizio, certo Nicolas Pichon suonava all'organo Couperin, Bach, Franck, Guilmant. Da ignorante sul tema dico: bello.

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    2. Come al solito capisci ciò che vuoi capire.
      Parlavo di me. Unica volta in Liguria antannifa a Sestri. Per fortuna mi chiamano altrove, perché la regione è bella, ma i liguri anche quando d'importazione hanno un caratteraccio che va poco d'accordo col mio, che meglio non è. Fanno eccezione i provenzali, va senza dirlo.
      Ti invito alla mia prossima conferenza su Brahms. Almeno ti passa l'ignoranza sul tema perché i puntini, come su un paio di altri argomenti e stop, lì li metto solo sulle I.

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