giovedì 19 settembre 2013

Il Conte Max

di Marco 50&50

“Mangiare bene, e bere ancor meglio, rilassa gli sfinteri dell’anima” M.V.Montalban. Ma digerire male quel che ha mangiato e bevuto qualcun altro non rilassa l’anima e lo “sfiatatoio” in questione è un altro.

Quelli che non vogliono sentirsi troppo nicchioni per aver speso un occhio della testa per un dolce, dopo aver usato l’altro (occhio) per una testa se pur di rana dotata di lenza, che a occhio e croce, come da stima del ragioniere col cavatappi, sono sempre troppo pochi, ecco tutti quelli invece di riunirsi, godersela, condividere, confrontarsi, sentirsi parte di una confraternita si guardano di sottecchi.

Invece di passarsi la dritta dell’anno (che per il novanta per cento delle persone che mangiano, è una storta più di quella che si può prendere con una boccia di anonimo vino croato bevuto in attesa di un piatto di scampi in ritardo sul binario milanese) se la tengono per se, come fosse una schedina o una letterina o una delle professoresse del preserale come fosse un negativo che non deve vedere la luce, ma adesso il negativo non si usa più e di negativo rimane questo atteggiamento da intenditori per pochi eletti, e allora che rimane…oltre le gambe c’è di più ma niente, a distanza di ore tutti a Ponente in posti diversi, oppure sul lungolago, a Capracotta o in Borgogna, e se non è successo succederà, nello stesso posto a tavoli diversi per recensioni diverse di piatti uguali o recensioni uguali di piatti diversi scritte con occhi diversi da palati uguali, momenti diversi per emozioni uguali.

La passione è la stessa ed è una sindrome che ci farà sempre compagnia, contagiati immoliamo sull’altare del cibo e del vino, più del razionale ma meno di quello che vorremmo, è una malattia, eppure pur essendo travolti da un insolito destino, considerando che l’azzurro mare d’agosto è solo un ricordo, ci si dovrebbe ricordare che sull’isola dei 5000 appassionati la convivenza potrebbe essere ancora più difficile se, invece di cercare l’armonia, ci si scontra sottovalutando la forza che potrebbe avere un Signor Carunchio qualsiasi tanto per non fare nomi.

Un giorno, sono passati anni ma il segno è indelebile, ho sottovalutato un furgone, ma soprattutto chi lo guidava..."così hai imparato a discutere", no ho imparato a non sottovalutare ah, e anche un'altra cosa, le mazzate, metaforiche e non, fanno male.



Il posto virtuale che, a logica, dovrebbe essere il più vicino possibile ad un comodo tavolo tondo, una sorta di Algonquin Round Table,  dove conversare e godersela, diventa a volte un lungo tavolo rettangolare dove una volta preso posto si riescono a malapena a scambiare due parole con i vicini o i dirimpettai, certo se i dirimpettai sono quote rosa pettorute, il gioco è divertente lo stesso, ma il tavolo tondo è un’altra cosa.
Quindi pur non essendo a N.Y., mancando Re Artù si perde l’indole dei cavalieri, si litiga per una mela che da caramellata o disidratata, diventa sottovuoto, ma il vuoto non è sotto se : “quella mela l’ho vista prima io”, mentre a casa, quelli “sani” sopravvivono senza annurche.

Generalizzando si escludono gli altri graduati e si rimane con un comandante e i soldati semplici, allora generalizziamo perché nella vita le persone migliori “di testa e di cuore” le ho trovate spesso molto in alto, molto in basso o borderline.
“Ma tu allora escludi tutta la fascia di mezzo?”
No, la fascia è elastica ma contiene l’idea, ci sono anche i fuori carta e le figlie uniche.

“Questa seconda bottiglia, rispetto alla prima ha una marcia in più” invece è la stessa bottiglia monomarcia.
Lo scherzo che chiarisce, ad alcuni divini esperti o esperti di vini è stato fatto, e per quanto bravi ad arrampicarsi, la figura sul vetro del monitor qualcuno l’ha fatta.
Ma la figura è il meno se si è dotati di autoironia, poca supponenza, e soprattutto tanta voglia di ascoltare anche un po’ gli altri oltre la propria voce.

Si è vero, cerebrale e non, la materia è prima, il gruppo ha ventinove minuti di ritardo e dopo lo scollinamento, superato un pero e una casa sull’angolo mancano 3 km all’arrivo.
Anche a me piace la casa sull’albero ma a volte scendo dal pero e le pere si vedono bene anche da sotto e dovesse girar la testa sull’erba il gioco, perché in fondo è un gioco per adulti, è meno pericoloso.



Un giorno pensavo a quante cose non so relativamente a quest’ambito di passione e a qualsiasi altro ambito voglia prendere in considerazione.
Durante una conversazione mi sono sentito inadeguato, succederà di nuovo di ascoltare di più ed intervenire meno ma sempre consapevoli che quelle stesse persone che stiamo con ammirazione ascoltando, uscendo dal loro orticello saranno a loro volta sperduti, ma non è un male, è inevitabile.
Ci sarà sempre qualcuno, nemmeno tanto dietro l’angolo, specializzato in Sassifragaceae, in particolare l’uva spina, che ci darà la birra e non sarà un monaco trappista e nemmeno una Monica purtroppo.
Le novità non devono farci paura sono la percentuale più grossa di vita se usciamo dalla nicchia, dove “la parola all’esperto” perde significato.

Oggi fermo ad un rosso mi sono spaventato, all’improvviso due con uno scooterone mi si sono affiancati, avevano due caschi integrali leopardati gialli con striature marroni, ma non erano di banane al farro, il Rolex falso preso in Thailandia l’ho già regalato, non riuscivo a capire cos’altro potessero volere, ero preoccupato di non sapere…poi è bastato un verde per non vederli più.

Non sapere spaventa, sapere di non sapere un po’ meno.
Si fanno delle scelte per il tempo a disposizione assecondando un po’ le passioni, le giornate durano 24 ore per tutti, anche dormendo poco…
Questa cosa l’ho capita un giorno che, pensando di essere uno che legge tanto ho provato a fare un calcolo di quanti libri avrò letto in anno e di conseguenza fino ad oggi.
Pur dimenticando che i 13 decimi di un tempo non ci sono più, quanti libri potrò leggere in una vita, togliendo comunque spazio alla vita, e soprattutto che percentuale sarebbe rispetto al totale dei cibi/vini/libri a disposizione ? Non lo so, infinitesima, sicuramente lontanissima dal 50% e allora…
Ci si può esercitare a riconoscere un buon vino, un cattivo cibo, a rispondere e a scrivere con educazione, in Russia sembra ci sia una scuola per “aspiranti”, ma non ci si allena in onestà intellettuale.

Prendersi sul serio è buon segno per mettere a segno qualche risultato, troppo sul serio è cattivo segno, ce lo insegna Alberto Boccetti, uno strepitoso Sordi nel Conte Max, con una battuta, un ace da terra rossa :  “mo fa er fanatico perché c’ha i tori”.


Marco 50&50

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