sabato 12 ottobre 2013

Lepri al mare - Introduzione -

Marco 50&50

Il mio monitor lampeggia, è il farista dal faro, ma stavolta la luce è quella della Lanterna, ci sono le lepri al The Cook di Genova.

Quando si andava a caccia, mio zio mi diceva “le lepri so’ animali veloci, ma i cacciatori toscani so’ furbi, chiedilo al nonno”, da mezzo toscano, quando mi hanno detto della lepre al mare ho cercato maschera e boccaglio, le pinne mimetiche, giustamente, non le ho trovate.

Su questo terreno, gli esperti di vini dovranno riconoscere la mia superiorità, ognuno ha scelto il suo liquido, quella lepre è già mia. L’appuntamento è  “verso luna”, va beh che siamo fanatici ma andare sulla luna per una lepre…

Lepre sulla Luna all'una


Quando hanno detto alle 13, ma un po’ meno a tavola, ho realizzato. Forse è un po’ tardi per un’immersione, nessuno eccetto me ha indossato la muta, e, soprattutto, nessuno ha portato la muta di cani per stanarla, la lepre. Nemmeno gli avvocati erano in divisa, solo l’avvocato del vino aveva un carniere con due cavatappi di riserva dentro. Si prospettava una battuta di caccia-pesca surreale, insomma né carne né pesce.

Ivano è partito forte, bollicine e stuzzichini a raffica, ma per la voglia di mettermi in evidenza e di compensare le mie lacune enogastronomiche  ho  rinunciato a tutto, non posso certo immergermi a stomaco pieno se voglio dare il meglio. Che il Guardiano fosse senza pinne è comprensibile, ma che  abbia pensato d’immergersi con il suo “pulloverino” preferito mi è sembrato comunque anomalo.

Abituato alle sue stranezze ho pensato volesse fare l’eccentrico, anzi l’enocentrico osservando la gara di pesca subacquea dalla passeggiata Anita Garibaldi. Invece eccolo seduto con in mano un calice di champagne, (la coppa C sarà passata di moda) su una panchina verde nel verde del Parco di Villa Groppallo, un ex residenza di campagna dell’omonimo Marchese.

Parco Nervi


Lepre di mare
Verso le due, sentendomi osservato, mi è venuto il dubbio di aver capito male l’orario della gara, gli altri pescatori subacquei mi guardavano e sorridevano, avrò avuto un buco nella muta non so, comunque due assaggini li ho fatti, tanto sott’acqua li avrei battuti tutti, anche ad occhi chiusi, come li tengono loro quando si avvicinano ad un calice di vino. La mia rivincita era vicina. Poi ascoltando una conversazione del farista ho capito, non si trattava di lepre di mare ma di lepre di Greppi al mare. Lepri di Vercelli al mare. Un menù di lepre solo per pochi eletti, al mare, al The Cook, in cabina di regia Ivano Ricchebono.


Le bocche (del Rodano e non) belle pronte. Beh, fin da piccino, qualche aereoplanino con bocconcini di pappardelle al sugo di lepre ha fatto uno scalo tecnico sotto il mio naso, da lì è nata, in metropolitana, la leggenda del triangolo in Bermuda. Un giudizio da intenditore non l’avrei potuto dare, ma da consumatore si.

Peccato però, avevo comprato le pinne nuove, svegliarmi all’ALBA per iniziare gli esercizi di iperventilazione non è servito a nulla. Fumando un mezzo toscano, stavo ripensando all’insolito ma efficace metodo di cattura delle lepri che usava ‘l mi’ nonno, ma non ho detto niente.

Marco 50&50

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