venerdì 1 novembre 2013

Marascia



Marco 50&50


Le prime note positive arrivano da Tom Waits :





Prima della ricompensa a Lecco il fiume miscelerà le sue acque nei laghi di Olginate e Garlate. La località è Lavello nel comune di Calolziocorte, sulla sponda dell'Adda, ci sarebbe anche un percorso ciclopedonale, una sorta di anello verde smeraldo, adesso le piante hanno colori più autunnali.
L'anello potrebbe servire a smaltire le calorie in eccesso, mentre solitamente un anello fa l'effetto contrario, sarà colpa delle pantofole. Comunque l'intenzione stavolta è quella di una cenetta tranquilla all'Osteria Marascia, quindi niente corsette.

Si pensava di riprovare il loro piatto unico con una buona bottiglia, o meglio, il contenuto solido del piatto e quello liquido della bottiglia. Siamo in un ex cascina di contadini, ristrutturata con gusto, ad un passo dal fiume Adda, in realtà sono i locali dell'antica foresteria dei Padri del Monastero dei Servi di Maria.


Goffredo da Bussero alla fine del secolo XIII, ci attesta al Lavello la presenza di una chiesa di Santa Maria.....Il 25 aprile 1480, l’eremita Jacopino, nell’atto di riparare la chiesa diroccata riportò alla luce un’antica tomba e sotto il cadavere che vi era contenuto prese a zampillare acqua da una fonte..... un segno della Provvidenza...il giorno dopo un bimbo di sette anni infermo e paralizzato dopo esserne stato bagnato avrebbe preso a camminare normalmente.....seguirono altri miracoli registrati in seguito dalle cronache.


Marascia è, come l'ambiente circostante, un luogo di grande fascino, se il tempo lo permette è possibile cenare all'aperto ma posso dire di essere stato bene anche all'interno in piena estate, ben protetto dai muri antichi e rinfrescato da qualche bollicina.

"L'Osteria è amore per la tradizione della cucina semplice, tipica e casereccia tramandata da cinque generazioni dal "Marascia", soprannome attribuito a Francesco I Valsecchi che già negli anni trenta esercitava il mestiere dell'oste" 

Accoglienza nella norma, temperatura del locale ottimale, comode sedute in pelle martellata di Franzoni. Cestino del pane non entusiasmante con l'attenuante della Domenica sera. Oltre a qualche piatto di carne o di pesce di mare, nel menù troviamo sia negli antipasti che nei primi e nei secondi proposte di territorio : lavarello, missoltini e, come nella bergamasca, "casonsei",  il comune infatti, fino al 1992 faceva parte della provincia di Bergamo.

Ordiniamo due porzioni di filettini di persico dorati su risotto alla parmigiana, nell'attesa una porzione più che sufficiente (per quantità e qualità) di salumi da condividere. Crudo, coppa, salame, pancetta e Cecina de Leon sono accompagnati da olive taggiasche denocciolate, cipolline in agrodolce,  giardiniera sott'olio e polenta nera. Un risotto di grande tradizione territoriale viene impreziosito da una risorsa locale, il persico; sapienza tramandata e materie prime a miglia  lacustri zero e a euro sedici per essere precisi.

Il Franciacorta Gran Cuvèe Brut Saten DOCG Bellavista è prodotto in quantità limitata, ma sufficiente a soddisfarmi, da uve Chardonnay di una sola annata, provenienti da vigneti esposti a Sud. Le persone che ci fanno compagnia, quando non eccedono in dolcezza, risultano essere  morbide e piacevoli. Anche nelle preparazioni dolci non amo l'eccesso di zuccheri, i dolci siciliani meritano un discorso a parte, godendo come la regione di autonomia. Questo Saten, rispetto ad uno spumante base, contiene meno zuccheri e fa una bella compagnia.

Sembra sia una Cuvèe di prestigio, forse perchè come il gioco scompare, quando ho terminato la bottiglia ho chiesto se il coniglio fosse compreso o meno nel prezzo, una gentile cameriera con la coda di volpe (forse frutto di un mio desiderio inconscio) mi ha detto che avrei dovuto presentarmi col cilindro, e che per la colomba ero comunque troppo in anticipo. Dovrò trovare un modo per spiegare alla mia quota rosa che è la volpe nella coda che ha meritato la mancia e non la graziosa ventenne che aveva raccolto i suoi capelli. Bella serata e un buon Q/P.

È una notte buia e silenziosa, si percepisce il fiume, nessun rumore, una favola, si intravedono anche delle lucciole. Passando vicino al fuoco una voce baritonale mi propone un giochino, un extra Q/P. Pur apprezzando Mario Biondi preferirei una bella mora ad una falsa bionda così, se sul P. non metto lingua, per quanto riguarda il Q. declino l'invito. Avevo fatto il bravo, peccato, la notte da buia e silenziosa si preannuncia buia e tempestosa, ma dai "quota", sto a scherzà.
Marco 50&50


Nessun commento:

Posta un commento