sabato 9 novembre 2013

I francesi ci vogliono bene


Anche quest’anno la Michelin ha dipinto un quadro sulla ristorazione italiana dai profili molto alti. Da quanto si può rilevare dalla lettura del comunicato stampa risulta netto e chiaro, che dopo la Francia, l’Italia è il paese più stellato del Mondo.

L’ottimismo regna dunque sovrano. Ben otto i locali premiati lungo gli anni con le tre stelle. Mai visti così tanti ristoranti al vertice in Italia, contemporaneamente. Troppi? Sopravvalutati? Beh, basterebbe farsi un bel giro nei tre stelle francesi o tedeschi ( per esempio ) per capire quanto ci vogliono bene i francesi.

Oltre 300 stellati. 329 per la precisione. In piena crisi economica, di posti di lavoro e di redditività da lavoro o da capitale, la quantità di locali eccellenti va in controtendenza. Difficile perdere la stella Michelin negli ultimi anni. Rarissimi i casi dovuti al demerito. Quasi tutte le perdite sono dovute alla chiusura, al trasferimento o al cambio di registro del medesimo locale.

gdf
Io credo quindi che i ristoratori debbano solo ringraziare per questa grossa mano che arriva da Parigi nei confronti della loro categoria. Chiaro, anche alla Guida serve avere un bel repertorio aggiornato di indirizzi da fornire ai milioni di lettori, che in tutto il mondo possono interpretare stelle o macarons come marchio di qualità ed eccellenza.

Rispetto ai gloriosi anni ’80 e ’90, quando i criteri erano molto più rigidi e i tempi più lunghi per raggiungere l’ambito traguardo, negli ultimi anni, e ripeto, nonostante la grande crisi che ha provocato la chiusura di decine di ristoranti stellati, la Michelin va alla ricerca di locali più o meno meritevoli ( in paragone a quegli anni affascinanti ) e trova, trova molto di più che in passato. Forse perché cerca meglio?

Diciamo che oggi le informazioni corrono molto più velocemente, e per chi collabora con Guide cartacee od on-line è più facile arrivare sul localino sconosciuto, quasi a colpo sicuro. Ma finché si tratta di una stella, che è comunque la più bella per un cuoco, si sta comunque al primo gradino di eccellenza, e un paragone con Francia, Svizzera o Germania in qualche modo regge. Qualche cosa di più divergente lo si avverte a due o tre stelle, ma che ci volete fare, loro in fondo ci vogliono molto bene e quindi la loro pacca sulla spalla è rappresentata da questa inedita pioggia di stelle, come dire, coraggio, dai, tutto sommato siete bravini anche  voi.

In controtendenza anche il ritorno all’anonimato del Direttore, come un tempo, ma per quanto tempo gli sarà possibile mantenerlo? E questo dettaglio, questo ritorno al passato è quello che più mi intriga, perché rimette a posto quell’allure di mistero scomparso negli anni della platealità e delle pubbliche relazioni fatte direttamente dal piano più alto, che scendeva volentieri a meeting, convegni e concorsi; svelando volti, gusti e orientamenti.


E’ tornato almeno quello. Il fascino di un aura di mistero è tornato ad avvolgere il ruolo del Direttore, e questo dettaglio non secondario mi ha fatto tornare la voglia di andare a riprendere quella bozza che avevo abbandonato per mancanza di indicazioni. Ma adesso, adesso forse potrò ripartire nel il mio “ In viaggio con l’Ispettore”

gdf

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