sabato 16 novembre 2013

L'ape


Marco 50&50

La prossima volta che ci vediamo per un aperitivo ti do appuntamento all’ora del the…

Mi basta sia in Regione, ero in Liguria per un casting, dovevo selezionare delle modelle per la prova costume primavera estate 2014

Anche tu come quell’altro che si è trasferito ad Alassio per vendere tacchi 12, sono lavori usuranti, andrete in pensione prima.

L’architetto non è ancora arrivato ?

Eccolo, abita praticamente qui dietro ma è sempre in ritardo.

Ma sei venuto in moto…

No perché… ah! per la giacca, è la giacca da aperitivo, quella con le protezioni rigide omologate su spalle e gomiti.

Sono cintura nera di resistenza al bancone, tra spinte, vassoiate, gomitate mi sono dovuto adattare, adesso non ho rivali, devo solo perfezionare la suola delle Blundstone con punta rinforzata per avere una maggiore aderenza.


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La voglia di vedersi, per raccontarsi cosa non è cambiato dopo una giornata di lavoro, costringe i milanesi a viveri momenti di ordinaria follia, la decisione di condividere un buon calice di vino e  due tartine chiacchierando con un sottofondo musicale può rivelarsi un’impresa.

L’errore strategico è pensare che il Naviglio sia rimasto lo stesso. Invece di pensare a qualche giardino d’inverno, a qualche locale con un soppalco, a qualche albergo di tendenza che non tenda a “fregarti”, ci si ritrova “davanti” quando davanti ce ne sono già trecento che si muovono mantenendo la posizione.

Adesso per giunta il Naviglio è senz’acqua per la cosiddetta “asciutta”, l’idea di spintonarsi per una tartina del giorno prima che avrei risentito fino al giorno dopo non mi attira particolarmente.

All’interno si litiga per una pasta fredda del secolo scorso, un cous cous preparato da un cuoco cinese che non ha superato la prova involtino primavera e deve passare l’inverno a pagare dazio, qui ad un passo dall’ex dazio di una Milano bellissima che sta sparendo.

Sta sparendo anche la voglia di provare ad arrivare al bancone dove intravedo delle mozzarelline dalla dubbia consistenza. Non riesco a capire che salume abbiano affettato per noi stamattina presto, i vassoi non fanno in tempo a planare che si svuotano, la voracità col tutto compreso aumenta.

Credo sia un crudo di cinta senese ma se il cuoco mi da tanto potrebbe essere un crudo di cina cinese che non è lo stesso. Mi passa sotto il naso del tofu, ah non è tofu, ma il sapore è quello, l’oliva taggiasca è l’ultima speranza infatti è verde, resisto, sono furbo, scelgo una pizzetta calda, tiepida, ambiente, fredda, ancora mezza surgelata, poco male se corro veloce arrivo a casa e la surgelo.

Esco per una boccata di nebbia, ma la nebbia si è trasferita, l’ambiente di una volta non esiste più, ha raccolto le sue cose e ha cambiato aria.La volta scorsa la serata ha preso un’altra piega.

In un improbabilissima pizzeria fuori porta Ludovica, ma anche fuori Milano, sei quarantenni svestite male stavano festeggiando il compleanno di Marika, nome che se la batte ad armi pari con Pamela (una Papéra non l’ho ancora conosciuta), Valentine resta inarrivabile, per ora.

Pur evitando la tavolata unica, non possiamo non notare che “la Marika “, accosciata per la foto di gruppo prima dello spegni candeline, ha un suo percome la vedo io con lei non ci si annoia.

Avrei voglia di un aperitivo letterario come  quando nella nebbia dei “miei” navigli si faceva tardi con niente,  di pedonale c’erano gli attraversamenti sulle zebre.

Oggi la zona è tutta pedonale, sono sparite le zebre e le strisce, tutto cambia e la gente aspira a ben altro e ben altro, le strisce oggi sono alla portata di tutti, come gli  smartphone che spengono i contatti a display accesi, connessioni disconnesse dalla vita, sottile tecnologia piatta come gli schermi delle tv di ultima, ormai penultima generazione, per una generazione con poco futuro.

Parlare di poesia a questo punto è impensabile ed essere scambiati per visionari è immediato, ma senza arrivare alla poesia, quelli che deridono il bello e non sanno calcolare il resto di dieci euro dopo l’ennesima birra, sbagliano strada o meglio rimangono sempre sulla stessa, indecisi sul da farsi, decisi a rifarsi per finirsi.

Certo tutto è in evoluzione anche gli alberi crescono e cambia il punto di vista.



E’ una visione contaminata dall’età più adulta, ma che il cambiamento non sia stato in meglio è innegabile. Tempo fa ho sentito il suocero di un amico rimasto senza lavoro, “cercasi personale part time per gestione magazzino” sembrava la soluzione ad un problema serio, senza lavoro nell’età di mezzo, si prova qualunque mezzo.

“Ma lei ce l’ha la laurea ?”
“No, ho la patente del muletto.”

Ma il mezzo non è stato sufficiente, nemmeno per un posto a mezzo servizio.
La città multietnica accoglie mangia e digerisce male l’aperitivo che si protrae fino all’ora del digestivo, la mia Milano amica chiudeva prima per quasi tutti, si rimaneva fuori confidando nella pizzeria ancora aperta o nel panettiere in Brera che ci passava una pasta calda.

Adesso mi passa una pasta fredda sopra la testa, rinuncio all’assalto, non ho i gomiti rinforzati, le pareti dello stomaco si, primo sopravvivere. Ma qualcosa rimane, tra le pagine chiare e le annotazioni scure sporche di rimmel ritrovo un appunto fermo, l’aperitivo all’Hotel De La Ville a Monza.

“fiori rosa fiori di pesco c’eri tu”
Quota rosa stasera esco, vieni anche tu ?



“Vecchie cartoline di Monza datate 1800 mostrano l'hotel, a quell'epoca chiamato Eden Hotel Savoy…i pannelli in legno di rovere, i tappeti persiani, la varietà di pezzi d'antiquariato, e i numerosi libri antichi rilegati in pelle che riempiono la libreria danno all'ospite l'immediata sensazione di calore e fascino esclusivo di una residenza privata…

L'Hotel de la Ville tra i più rinomati alberghi in Italia nel 1995, è diventato membro della “The Charming Hotels of the World”…nel 2007 è stato affiliato alla "Small Luxury Hotels of theWorld"…

nel 2000 è stato premiato come “Italian Best Business Hotel”…nel 2003 la prestigiosa guida "Gambero Rosso", gli assegna le "Tre ChiaviD'Oro"…nel novembre 2007 il gruppo Johansens Condé Nast lo premia come "The Most Excellent European Hotel for Service".”



Qui è possibile star bene con meno di dieci euro, il punto massimo è un Bollinger R.D. Vintage 1996 a euro 250. In un contesto splendido scegliamo l’unica mezza di Champagne, percepisco finalmente un profumo definito, è la mela di Biancaneve, per la Golden dovrò fare un ripassino.



Il servizio impeccabile del Bartender Bartolomeo inizia con patatine, mandorle, biscotti salati di 2 tipi e piselli disidratati al wasabi




Seguiranno pizzette appena sfornate





Ottimo salame Marco D’Oggiono e parmigiano 24 mesi 24 secondi


“Mondeghili” caldi da bis, farò un tris


Nel parcheggio gratuito dell’Hotel la mia auto sta facendo amicizia con cilindrate superiori, la nebbia arrivata fin qui da Milano sfuma i contorni e attenua i colori.

Domani comunque faccio un giro sul Naviglio, il primo amore non si scorda mai, magari scovo un aperitivo letterario, la felpa adatta ce l’ho, è "azzeccatissima", verde bottiglia, sul gomito un’ancora anti sollevamento o per uno stazionamento dinamico e una scritta poetica sulle spalle : la lingua batte dove la supplente vuole.



M 50&50

4 commenti:

  1. Risposte
    1. Bello saperlo, grazie
      M 50&50

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    2. anche se la morale è negativa il morale sale dopo la tua lettura, ma il molare un po' duole . L'ape ha ancora tre ruote in mortara alla darsena e pur non potendo garantire per i piselli disidratati sicuramente per l'ape dei puppi qui è sempre open ed anche un po' golden

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    3. Se non posso contare nemmeno sui piselli...disidratati, mi rivolgerò al tuo omonimo e al prossimo ape dal "master" di nuoto invierò lui
      M 50&50

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