giovedì 23 gennaio 2014

In cantina da Domenico Clerico


del Guardiano del Faro


Vista da lontano produce un effetto diverso. Come tutte le cose non vissute dall'interno ma superficialmente valutate o addirittura giudicate senza conoscerle bene. Da Novello, dalla collina di fronte, la cantina modernissima appare come una macchia bianca anomala, perché squadrata e spigolosa, troppo evidente in mezzo alle arrotondate vigne che la avvolgono. Sembra fuori posto.

Come quando passiamo lungo una strada e notiamo un palazzo moderno che rompe la continuità con la sua provocatoria contiguità interrotta. Un'edilizia che spacca la regolarità. Che fa proprio da troemp d'oeil. Poi, nel momento in cui entriamo in quel palazzo estremamente moderno, cominciamo a pensarla diversamente osservando l'esterno dall'interno, come quando entrai la prima volta al Centre Georges Pompidou a Parigi.

Punti di vista che cambiano, punti di contatto diversi, punti di osservazione che ti fanno pensare in maniera diversa, meno banalmente. Con più apertura verso una modernità che tenta di dimostrare qualche cosa: la sua funzionalità, la sua praticità, ed in questo caso anche una mal celata grandiosità, voluta e ottenuta.




Eccolo, il vecchio e il nuovo, perché le origini non si dimenticano, di Lamborghini in Lamborghini. Uno dei Golden Boys che cambiarono la Langa quando stava in mano alle tradizioni dei Padri. Uno dei Barolo Boys che in un clima asfittico ed immobilizzato dalle tradizioni cambiò idea.

Si arrivava dallo scandalo del metanolo, quello si più vergognoso di ogni uso blasfemo di barrique, e si arrivava da una tempestata di grandine vera che spazzò via i migliori vigneti di Barolo.

Ci voleva qualche gesto eclatante per ribaltare la situazione. Di tutta questa storia pare si produrrà un film dal titolo Barolo Boys, storia di una rivoluzione. Sulla cartolina che ho preso dalla scrivania di Chiara Boschis si dichiara anche la data di uscita: aprile 2014.



Passeggiando dentro e fuori la cantina si ha proprio la sensazione che Domenico Clerico l'avesse in mente di farla grossa. Qui è tutto sovradimensionato, mentre la quantità di vino più o meno è sempre la stessa.

Le volte altissime, i portoni enormi, le vetrate esagerate, gli impianti avanzatissimi, gli spazi comuni degni proprio del Beaubourg. Intorno, in primo piano le colline, più in là le Alpi, che prenderanno il ruolo di protagoniste non appena il sole comincerà a scendere dietro di loro, dietro di noi.




La straordinaria "cantinetta" privata di Domenico Clerico, colma di bottiglie provenienti da ogni parte del mondo

La sala destinata agli eventi e alle degustazioni, coerente con il resto...

Non è messa lì solo per fare la sua porca figura. A fianco c'è una cucina attrezzata, dove alcuni prodotti eccellenti da affettare non mancano.


Si stappa!


Il poker è servito. Stavolta ho preferito l'Aeroplanservaj, che rompe con la continuità e l'armonia degli altri tre, già molto diversi tra di loro. Ma l'aeroplano selvatico (da vigne in affitto a Serralunga) non si lascia addomesticare facilmente, e così, con quel suo modo irriverente e selvaggio, lascia trasparire un carattere proprio che passa attraverso il bicchiere e vola via.

Pajana l'ho trovato un po' sul frutto confit (prugna), mentre Ciabot Mentin più fresco e verticale, mentre Percristina continuerà a dividere il mondo in due, sempre che valga ancora la pena di sostenere il dibattito sulle questioni ambientali, etiche e stilistiche tra i diversi produttori in un un ultimo lustro che appare di riflusso, anche qui, dove il legno piccolo si sta usando con più garbo e delicatezza.



Un vero signore: lo vedete. Innanzitutto serve prima la Signora che ci accompagna. E così alla fine della degustazione dei suoi Barolo arriva con la manualità di un agile sommelier professionista a offrirci un bel giro di Champagne d'autore. La classe...


Titoli di coda con la Nikon che coglie un tramonto particolarmente complesso, in attesa dell'uscita del film sui Barolo Boys, quelli che cambiarono il modo di intendere il vino italiano all'estero. 

http://www.domenicoclerico.it/


gdf 


11 commenti:

  1. Grande personaggio e produttore Domenico, ricordo che una volta gli dissi: sei l'unico produttore di barolo presente sulla mia carta del vino con sei annate differenti. Lui mi rispose, male molto male, sai perché hai ancora tutte queste annate? Perché non le hai vendute

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  2. La sua sigaretta, magra come lui, la sua schiettezza e il senso del'ironia.......
    R

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  3. un colpo basso all'etica "armadilla" Clerico è persona educata e divertente ma il Barolo signori miei è altra cosa: Beppe Rinaldi,i due Mascarello, Cappellano, Roddolo, Accomasso, Viglione questi sono i grandi interpreti di Langa.. Il film? grazie no, posso farne a meno..

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    1. Aspetta che ti dico gli interpreti del film :-)
      Ho qui la cartolina, allora:

      Elio Altare, Chiara Boschis, Elio Grasso, Giorgio Rivetti, Roberto Voerzio, Lorenzo Accomasso, Alessandro e Bruno Ceretto, Beppe e Marta Rinaldi, Joe Bastianich, Carlo Petrini e Oscar Farinetti.





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  4. boh.. che ci azzezzano Citrico e figlia e il Cavalier Lorenzo Accomasso coi barolo boys (sì, minuscolo..) ?
    Per farmi passare questa sensazione di nausea che mi pervade vado a rivedermi Mondovino di Nossiter !

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  5. urge un meeting con tema tradizionalisti vs. modernisti alla cieca, 6-0 6-0 e niente tie-break!

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  6. facciamo a marzo in terra neutra? Propongo Val Ferret...lo so gioco in casa ma al Belvedere di Planpincieux ci aspettano..

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    1. Vedi che le provocazioni... non bastasse, ne ho un altro paio nel cassetto, ma mi limiterò ad una, se no rischio il rosso diretto.

      Intanto prenderei in prevendita quattro biglietti per il cinema e quattro per il meeting

      A bientot les ami

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  7. che tristezza quella barricaia e lascio al libero arbitrio il giudizio sull'architettura della "cantina" (si puo' ancora chiamare così?
    voglio ben altro da quelle terre, voglio questo: http://www.mascarello1881.com/pagine/ita/azienda_agricola_mascarello/storia_azienda_agricola_mascarello.lasso

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  8. il tempo, la vita corre, le malattie, i bravi cantinieri lasciati questo e' il risultato.

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