mercoledì 5 febbraio 2014

Baudelaire a tradimento

Caro Cavaliere di Sterimberg Le porgo i miei omaggi,
spero che quando questo plico arriverà al faro, il Guardiano occupato mentalmente e fisicamente nello studio e nella realizzazione del prossimo menù monocromatico, abbia assegnato a Lei il compito di staccare la ceralacca dalla posta in arrivo.

In effetti oggi niente cavalcata al Poggio, apro la sua missiva arrivata insieme alle gabelle per luce gas telefono e altre diavolerie.

Lei come sta ?

Starei anche bene se non fosse che stasera sarò di corvè e dovrò rimettere in ordine tutto; quando, come oggi, il colore del menù è di difficile interpretazione, non le dico in che stato trovo la cucina del faro.

La capisco, è bello fare l’artista pensando allo spirito, anche nel senso alcolico,  lasciando alle altre personalità i compiti di routine, non voglio pensare che Lei si debba occupare anche dei tagliandi alle auto, delle assicurazioni, delle casse d’acqua per abbeverarsi.

Tutto tranne l’acqua, la odia, a battaglia navale dice sempre fuochino e non ne vinco una, a scacchi mi mangia sempre il cavallo, mi sento una dama, di compagnia gliene faccio, sono un maggiordomo più che un Cavaliere…

Cavaliere regaliamoci  un po’ di Romanticismo, dai romanzi cavallereschi il passo è breve, sto provando a rileggere Coleridge, e il suo The Rime of the Ancient Mariner datato 1798, forse ho trovato finalmente qualcosa di più invecchiato dei vini che si concedono in foto sul blog dopo essersi arresi al Guardiano, che potrebbe essere tratto in inganno dalla parola Mariner nel titolo, immaginando Bowmore dove altri vedono solo acqua:



“ Water, water everywhere,
nor any drop to drink! »
 Acqua, acqua ovunque,
e neanche una goccia da bere

Con me sfonda una porta aperta, ma al di là della porta  il farista potrebbe scoprirci a parlare d’acqua e non vorrei mai decidesse di non avvalersi più dei miei servigi, per un Cavaliere disarcionato la vita, di questi tempi, potrebbe essere davvero dura, la invito pertanto a mutare l’acqua in vino

Non ho questo potere, Lei mi sopravvaluta

Parli di vino, volevo dire, allora forse riusciamo a leggere una poesia senza che si alteri e diventi aspro come aceto

Beh, se devo parlare di vino, preferirei evitare quello adulterato, magari un assaggio di Baudelaire quello che disse “chi non beve vino ha qualcosa da nascondere”



Ecco, appunto.

E poi Baudelaire il poeta un po’ dandy, un po’ bohemien un po’ flaneur, che ama i grandi spazi e le grandi solitudini così combattuto interiormente, padrone dell’inconsistente e così lontano, come dicevamo prima, dal quotidiano, dalle convenzioni mi ricorda qualcuno…

Un albatros

Non solo caro Cavaliere…

Lo so ci siamo capiti, infatti domani, le bollette vado io a pagarle…


Le vin du solitaire (Il vino del solitario) di Charles Baudelaire

Che vale lo sguardo stanco d’una bella donna
che scivola su di noi come bianco raggio
inviato dall’ondeggiante luna sul tremulo lago
bagnando la sua bellezza indifferente?

Che vale l’ultima borsa di scudi nelle mani di chi gioca?
Che vale un bacio libertino della magra Adelina?
Che valgono i suoni di una musica snervante e leziosa
come il lontano grido del dolore umano?

Nulla, proprio nulla di fronte al penetrante balsamo
che tu, ampia bottiglia, conservi nel tuo ventre
fecondo per il cuore assetato del pio poeta;

tu gli versi la speranza, la gioventù, la vita
e l’orgoglio anche, quel tesoro da straccioni, sì,
ma che ci fa trionfanti e simili agli Dei!

Le regard singulier d’une femme galante
qui se glisse vers nous comme le rayon blanc
que la lune onduleuse envoie au lac tremblant,
quand elle y veut baigner sa beauté nonchalante;

le dernier sac d’écus dans les doigts d’un joueur;
un baiser libertin de la maigre Adeline;
les sons d’une musique énervante et câline,
semblable au cri lointain de l’humaine douleur,

tout cela ne vaut pas, ô  bouteille profonde,
les baumes pénétrants que ta panse féconde
garde au Coeur altéré du poëte pieux;

tu lui verses l’espoir, la jeunesse et la vie,
- et l’orgueil, ce trésor de toute gueuserie,
qui nous rend triomphants et semblables aux Dieux!

Marco, questa gliela faccio passare io, ho le chiavi del faro, delle cinture di castità e della password del Blog, speriamo gli sia riuscita l’alchimia col monocromatico, così domani magari mi sarà concessa una cavalcata lungomare fino ad Alassio, che poi è l’unica percorribile, sembra ci siano dei “vagoni” che ostruiscono il passaggio dei pellegrini, per cui o voliamo come falchi o a cavallo della Falchi…

Cavaliere, mi consenta  un abbraccio, virtuale, perché lei non esiste…
Ricambio, (chissà se M 50&50 esiste)
Ah Cavaliere, se stasera dovesse vedere sulla terrazza del faro uno strano essere vestito d’azzurro puffo, con le sovrascarpe monouso blu e un cocktail blue curacao, in un assurdo ton sur ton,  non si preoccupi. By gdf : oggi il monocromatico mi ha messo a dura prova ma l’ho puffato.

Marco 50 & 50

2 commenti:

  1. Gran bella poesia e gran bella maglietta. Prosit!

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    1. Gran bell'avatar, alla prossima poesia a tradimento che riesco a far passare dal faro...
      Ciao
      M 50&50

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