lunedì 14 aprile 2014

Pop Wine


- di Fabrizio Nobili -

La settimana scorsa abbiamo conversato con il Re della cucina Pop (Davide Oldani n.d.r.), riuscendo a capire parecchie cose sul Suo modo di concepire la popolarità della cucina, su quali siano i fondamentali del pensiero Pop ma soprattutto sul carattere che serve per essere Pop. Serve un carattere temprato e perseverante nonché alcune capacità commerciali e negoziali innate.

L'altro giorno il giornale Pop per eccellenza in Italia ha messo sul gradino più alto del podio tra i vini Pop un prodotto a me ben conosciuto, del produttore che forse conosco meglio, di una zona che per me ha pochi segreti. Ne ho già parlato fin troppo ovunque ma a parte le bottiglie di M.me Leroy è il produttore che è più presente nella mia modesta cantinetta.

Diversi lustri fa (fine anni '80), un mio parente antiquario che si occupa di quadri antichi diceva che dopo Woityla ci sarebbe stato un Papa di estrema destra ed in seguito uno Pop. Il perché di questa affermazione gli arrivava dall'arte Pop. In pochi decenni i valori della grande arte Pop hanno raggiunto quelli di Michelangelo. In poco tempo la crescita è stata pari a quella di 500 anni, e così sarebbe successo anche in altri campi. Abbiamo anche il premier Pop che neanche in America si sarebbero mai sognati di avere.

Alcuni dei buonissimi Pop Sandwich d'autore by Davide Oldani alla serata Berlucchi '61 svoltasi nel giardino d'inverno all'Acquario di Milano lo scorso mercoledì primo aprile.

Chissà quanto potrà durare questa ondata di moda Pop: poco o tanto che sia il vento girerà ed il primo che riuscirà ad incanalare la prossima nuova moda entrerà nella storia. Non sarà un ingegnere o chi ragiona come tale, forse avrà la pelle scura e sarà del tropico.

Tornando al Pop wine si potrebbe affermare che nello scorso decennio sarebbe arrivato dalla calda Sicilia e dal vitigno nero d'Avola o da un uvaggio bordolese. Avrebbe avuto un colore scuro ed impenetrabile, profumi intensi di frutti neri e china, nel calice avrebbe lasciato densi archetti di glicerina ed in bocca sarebbe risultato alcolico e masticabile.

Il Rosso di Valtellina di ArPePe è un Pop wine dal colore granato trasparente brillante che tende a schiarirsi, i profumi delicati di fruttini rossi, liquirizia dolce, con tabacco lavanda e note tipiche del terroir valtellinese. In bocca è equilibrato, poco alcolico e di buona persistenza. Un vino che per essere il vino base dell'azienda mette in difficoltà non solo tutti i vini della sua fascia di prezzo.

Chissà se il passo successivo tra un vinone costruito in cantina ed un vino nato dal terroir e dalla tradizione secolare sarà quello di raggiungere la maturità ed il giusto lavoro tra vigna e cantina estraendo il meglio in ogni prodotto senza dover per forza imitare o scimmiottare qualcuno famoso.


F.N.

2 commenti:

  1. Interessante post pop, modaiolo, sociale e di nicchia.
    Il Sultano grato all’Odalisca

    RispondiElimina
  2. manca l'abbinamento pop..(l'armadillo è wine food and ...music!) eccolo: http://www.youtube.com/watch?v=lpal3cY58j8

    Pat Garrett

    RispondiElimina