mercoledì 30 luglio 2014

Cacciatori | Cartosio (AL)



del Guardiano del Faro



Capirsi al volo. Già al telefono, senza esserci mai visti o esserci conosciuti prima. Ma ancora prima mi sorprendo, perché ad una mia mail di prenotazione e di presentazione Massimo Milano non mi risponde con un’altrettanta fredda mail ma alza il telefono del ristorante e mi chiama per capire qualche cosa di più. Cosa vengo a fare a Cartosio? Vengo a mangiare quello che cucinate ed a conoscere i luoghi, le strade e soprattutto persone che ancora non conosco.

Ma quanto è grande questo Piemonte gastronomico. Riuscirò a completarne il giro prima di morire? Lì!  in quel luogo che guardo e indico con l’indice su una mappa digitale, mentre mi rendo conto di non esserci mai stato coscientemente tra quei riccioli di asfalto, proprio mai prima di oggi, mentre loro sono lì da cinque generazioni a custodire i segreti dell'ospitalità.

Non me la voglio fare facile, ci voglio arrivare per vie molto traverse e contorte a Cartosio, dopo un tortuoso percorso che risale da Albissola, sale al Sassello e ridiscende senza fretta verso Acqui Terme. Strade da motociclisti della domenica dalla piega facile. Ci provo di lunedì, onde evitare incroci di traiettorie pericolose.

Con Massimo Milano al telefono già si può parlare di cucina ancor prima di sedersi in macchina o a tavola. Non sono moltissimi i cuochi o i ristoratori che intavolano volentieri l’argomento, figuriamoci al telefono e senza conoscersi. 

Tradizione o avanguardia? E chissà perché mi parla di un suo passaggio proprio da Adrià mentre io mi fermerei nel suo Piemonte, con tranquillità, da Scabin, o con circospezione, da Baronetto. Forse teme di trovarsi al tavolo un avanguardista irrispettoso. No, tranquillo, è facile trovarsi su un punto comune : non esiste una cucina troppo avanti o troppo indietro, esiste una cucina che metta in tavola dei piatti buoni o dei piatti grami. 

Sono quelli provocatori quelli cattivi? No, però se ci provano a farlo ... eh! EH!  E allora non ci dovevi chieder dei soldi caro Ferran, anche su questo siamo d'accordo Massimo, perché se per lui i clienti sono anche cavie, qualcosa indietro ci doveva dare, e non parlo di denaro. Andar d'accordo su qualche cosa che è stato modaiolo ma non basico porta a guardare avanti con serenità.

Ho un cielo che si oscura sopra la testa, ma di sotto c'è una base di pensieri sereni da condividere solo con me stesso mentre scendo dal faro per rasentare il livello del mare, prima di partire via terra, quando mi rendo conto di aver già scritto una bozza di recensione messa in caldo per il giorno dopo.

Non sto partendo per fare il pranzo della vita, sono già partito con i tasti, o sto partendo per andare in un posto? E poi andrò in un altro, e poi in un altro ancora, dove conoscerò persone che avranno sicuramente qualche cosa da dirmi e da darmi. Nulla di straordinario insomma, la vita di tutti. Ovunque vai, se ci pensi, è comunque così, sfumandola con un bicchiere di vino bianco a caldo.




Ho dei pensieri positivi davanti, da condividere con me stesso e basta. Tante curve ma una linea dritta individuo, retta come l'individuo che immagino; una persona sincera e pragmatica già da lontano; non ho dubbi, posso tenermelo buono questo post da un migliaio di battute, mi basterà aggiungere qualche foto e qualche didascalia per chiudere un post che ricorderò a lungo..

Non mi piace volare, l'aria non è il mio elemento. Non mi piace nuotare, neppure l'acqua lo è. Di terra e di fuoco. L’uomo dovrebbe stare ben saldo su quel primo l’elemento e gestire bene il secondo. 


Ristorante Cacciatori a Cartosio. Parcheggio ombreggiato e con vista


Ingresso al ristorante, che possiede anche qualche camera


E anche la possibilità di servire i clienti sotto un fresco pergolato.
Massimo Milano mi fa scegliere: dentro o fuori?

Le regole del gioco esposte all'esterno

E abbiamo anche l'orto di casa a confortare

La sala principale



Mise en place



Federica Rossini, la cuciniera, e moglie di Massimo, colta con in mano il simbolo della Via del Sale

La carta delle vivande e dei vini

Con le altre regole del gioco

Una carta dei vini profonda dove ti aspetti che lo sia, da un Gaja 1982 ad un Giacosa Riserva 1988, e qualche  altra verticalina di un certo interesse

Dal mio tavolo: sole e fiori


La focaccia in teglia tonda e ampia manda messaggi chiarissimi

Filetti di peperone di Carmagnola e acciughe. Filo d'olio

Bollente fiore di zucchino panato, farcito e ripassato al burro in padella

Giustamente incandescenti anche le piccole melanzane tonde (diversamente ripiene), e gratinate al forno

La miglior maniera di usare l'erba di San Pietro? Nella frittata


I raviolini al naturale

O nella scodella con Barbera

Gesti antichi, risultati contemporanei.

Il pollo alla cacciatora lo avevo ormai rimosso dalla memoria, però,
per fortuna esistono ancora questi luoghi che ci ricordano quanto sia straordinario un pollo ruspante cucinato in questo modo.
E servito al gueridon, una parte bianca ed una scura...

Come fosse un contorno, invece è la stagione che ci consegna degli ovuli un po' aperti da condire con aglio, olio e prezzemolo
Passati in forno su un letto di patate

Un cremoso all'amaretto con melone 

Qui fu onorato con un sontuoso pasto il fondatore della Rolex


gdf

3 commenti:

  1. Conosco il posto...descrizione veritiera,sensibile,rilassante...Complimenti per aver colto la poesia dei luoghi e del locale

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  2. La sensibilità mai carente, mai
    Georges

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