sabato 19 luglio 2014

Spigau al discount



del Guardiano del Faro



Farsi delle domande in pubblico quando potresti avere una risposta in privato è di per se stesso contraddittorio. La stessa cosa potrei dire di questo mezzo di comunicazione che si chiama blog, e che è nato per essere un media assolutamente personale ma che poi, per motivi di visibilità, si è adeguato alla condivisione di autori per poter condividere lettori, con esiti alterni. Condivisione di una curiosità vinicola oggi, trattando spesso su questo blog l'argomento vino.

Il produttore di questo vino lo conosco da 12 anni, ma non cessa di sorprendermi, così come fece in quella prima visita in cantina, condotto da quel chef ostico e alternativo che si chiama Paolo Masieri, a Salea d’Albenga, all’assaggio di un vero Pigato, o di un Pigato ostico e alternativo, a seconda dei punti di vista.

Fausto Andreis, subito alternativo, subito fuori doc, subito sorprendente, da ex ingegnere Olivetti a coltivatore di fiori in serra, ma anche viticoltore. Salinità e concentrazione a Salea, tra fiori di serra e profumi di terra, di erbe aromatiche e di mare, conditi da mandorle amare. Prima Pigau, subito amaramente bocciato dalla commissione DOCG e DOC, e allora lo chiama Spigau Crociata, frutto di lunghe macerazioni, fermentazioni su lieviti indigeni e lunghissimo affinamento, fino a cinque anni prima di metterlo in commercio. Poi un periodo societario condiviso con persone ed idee diverse. Forse sta qui il motivo della scelta? Però l'etichetta non è quella del Crociata. Bha...

Uomo di poche parole marcato da tante esperienza andata e ritorno, come la linee di comunicazione che non gli passano così distante, che si chiamino Statale Aurelia o Ferrovia Napoleonica. 

In dodici anni ne accadono parecchie di cose, se le vuoi far succedere, e io, ad un certo punto, ho voluto perdermi un pezzo della storia di questo vino, durante un transito di persone diverse in quella cantina, che l’hanno marcata con un timbro troppo normale per poter essere accettata da chi aveva già in mente un pensiero diverso, ma che alla fine, inevitabilmente ritorna.

Come mi ritorna mi emoziona, quanto mi confonde, perché mi sfugge il senso logico di una dimostrazione di grande forza eno-logica applicata alla distribuzione discount, sia pure soft core.

Giro il bicchiere: camomilla? No, marziapuntini (consulente part-time del blog insiste), è mughetto, mentre il nome del fiore rosso che appare qui sopra, quello dell'Andreis floricoltore non ci viene in mente. E non è mandorla amara il secondo descrittivo ma pinolo tostato. Mi resta la salvia di sottofondo, incontestabile, quanto instabile e volatile, come un volo irregolare di ali blu di un dragon fly.

Non capisco perché in un soft discount piazzato di fronte ad un campeggio si debba inciampare in una catasta di questo vino molto buono  e molto originale, e venduto a meno di 9 euro. Non lo capisco e mi chiedo, di nuovo, quanti campeggiatori dell’est e del nord Europa possano affidarsi ad una etichetta che indica come annata di un “Pigato” la 2006 !?! Quando saranno sicuramente abituati a bersi ghiacciato un 2012 o 2013 oggi.

Ci capiranno poco di vino al camping? ok, e chi giudica le doc e le docg che cosa ci avranno capito allora? E se l’avranno comprato (i turisti stranieri che affollano il campeggio) ci capiranno ancora di meno, nel momento in cui si renderanno conto che il/lo Spigau, bistrattato Pigato di Ponente, è un vino che si comincia a bere non troppo freddo e con qualche buona soddisfazione dopo otto anni.

Fausto Andreis. Azienda agricola Rocche del Gatto. Salea di Albenga (SV)

Ne aveva di annate mature da proporre l’Andreis già 10 o 12 anni fa, ma forse questa era frutto di una vendemmia particolare, condivisa senza emozione. La persistenza che ho in bocca è di nuovo quella, ma la distanza si è ridotta, qui a due passi dal faro, ci posso andare a piedi a fare il pieno, e senza azzardi, perché prima di scriverne pubblicamente me ne sono già bevute mezza dozzina anche a temperatura ambiente, coccolato da note di mandorla amara e dolce camomilla appassita, anzi no, è mughetto.


gdf


5 commenti:

  1. ...del vino, del cibo, della musica e della poesia inconsapev&nolente
    clap, clap
    M 50&50

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  2. nove euro al discount sono veramente pochi. che catena è?

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  3. Io avevo bevuto un 2004, lo spigau è un gran vino ligure secondo me, sul podio insieme a debatè, anche se di lui non condivido la sua linea commerciale, qualche battibecco tra me e Walter su questo discorso!
    fausto lo conosciuto e ci vediamo in diverse occasioni e il suo vino mi sospende sempre. Ossidazione tirate macerazioni lunghe se lo sognano in Liguria, giusto appunto lui, Walter e aimone. Io gli consigliai di fargli fare del anFora e vedere cosa esce ;)

    Detto questo mi sorprende anche a me vederlo in un discount , ma per forza maggiore se il ristorante soffre e vende meno vino, tutte queste bottiglie aime devono trovare altra locazione, oppure il gdf ne compra a vagonate :)
    Detto ciò a volte i discount possono comprare autonomamente della merce fuori dai discorsi marchio, quindi non mi meraviglio se una enoteca ha fatto da ponte, successe anni fa con il deperi (vino?) Alla metro, in quel caso li fu una enoteca di Alessandria che vendette il vino alla metro di Genova.certo un centinaio di bottiglie ma sempre nella vile e spregiudicata gdo è finito

    davide cannavino

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    Risposte
    1. Sono stato produttore e anche commerciante di generi alimentari.
      I motivi per prendere certe decisioni sono di difficile comprensione.
      Però se il cliente finale è felice di aver conosciuto un prodotto grazie ad un'abbassamento del prezzo o del segmento di distribuzione, il beneficio può essere condiviso.

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