sabato 7 febbraio 2015

Caro ristoratore



Marco 50&50

Caro Ristoratore, ne hai facoltà.



Il presupposto ti consente di proseguire per la tua strada, che conduce ad un bicchiere quindi stai attento a non perderti, ma non mi impedisce qualche considerazione, il rispetto che nutro per la tua professione comunque non mi dispensa.
In dispensa: insalata, carciofi, zucca, pane integrale, una triste confezione di filetti di platessa ma anche uno strepitoso formaggio di capra, qualcosa potrei inventarmi ma la domenica mattina è fitta d’appuntamenti, perché definire obblighi la Messa, una visita al cimitero e una passeggiata per smaltire (mantenere è meglio) non mi sembra corretto.
Quotidianamente&volentieri qualcosa bolle in pentola, oggi non è così, la pentola è fuori fuoco e alle 12.43, caro Ristoratore, provo a chiamarti.



Buongiorno sono Marco, per caso avete un tavolo libero per oggi a pranzo, siamo in due…
Un attimo che controllo…
Si ne abbiamo uno in veranda, è già stato da noi…
No, ma presumo la veranda sia riscaldata…
Certo
Le segnalo che vorremmo aderire all’iniziativa e al menù che vedo nel vostro sito
Purtroppo i posti disponibili sono già esauriti, se vuole può venire stasera
No, grazie comunque, nessun problema, ci sentiamo un’altra volta e per tempo.



Mentre riguardo in dispensa sperando di scovare qualcosa che mi faccia accendere la lampadina, penso alla risposta gentile ma poco furba del ristoratore di poc’anzi, anche alla luce del menù degustazione che non presentava particolari difficoltà tecniche, piuttosto un buon rapporto qualità prezzo, ideale per un pranzo della domenica genuino, di territorio e spensierato.

Invece mentre pulisco e affetto la zucca, base del mio risotto domenicale, i pensieri arrivano, e mi chiedo come sia possibile che una porzione di casoncelli, due costolette d’agnello gratinate, un semifreddo e qualche stuzzichino, siano disponibili se mi presento a cena ma non mi possono essere serviti a pranzo.

Lavo l’insalata e ti penso, Caro Ristoratore, preparo il pane grattugiato&aromatizzato per i miei filetti di platessa da passare in forno e  penso che avresti potuto accontentarmi comunque, in qualche modo, anche con una frase come questa, ad esempio:

l’aspettiamo, le faccio preparare un altro menù degustazione, così ci conosciamo, poi se si trova bene, tornerà per le costolette

Oggi cucino io, invece avresti potuto cucinarmi tu, Caro Ristoratore, a volte basta poco e a volte ritornano, i clienti, io sono uno di quelli che se percepisce impegno&sforzo per accontentare non dimentica.

Il risotto con la zucca, solitamente tendente al dolce, mi lascia l’amaro in bocca, poi si lamentano, gli affari vanno male, la gente ha diminuito le uscite a pranzo e a cena, per forza, ammesso che sappiate cucinare, vi manca sempre qualcosa, il cliente va coccolato e capito, poi torna&ritorna, quel che investite in garbo, quel che fate per accontentarlo vi viene restituito con gli interessi, ammesso che vi interessi, perché allora sono un altro paio di mezze maniche, quelle che avreste potuto prepararmi con un ragù bianco d’agnello e se avete finito il semifreddo e non avete nemmeno una crostata di marmellata in panchina, allora non c’è speranza.

Stasera carciofi in casseruola, formaggio di capra e, a saldo, una fetta di panettone, eh si perché allo spaccio della Galbusera, ad un passo dal casello di Agrate, vendono i panettoni delle Tre Marie ad un euro & 50…



M 50&50

1 commento: