giovedì 21 maggio 2015

Animali da cortile



Marco 50&50

Sto sprecando il mio tempo, no, non quel poco che dedico al nutrimento dell'animaletto texano, ma il mio, il grosso del resto, monetine in esaurimento, dal valore inestimabile.
Ingannevoli bollicine che dovrebbero appannare la vista, mi aprono gli occhi e fanno scorrere con troppa foga dita&parole sulla tastiera, correrò il rischio di sembrare il brillo parlante.

Sto sprecando il mio tempo, mentre il tempo corre e vorrei fermarlo...

Grosse monovolume spiumate in sosta selvaggia, odierni animali da cortile, occupano spazi vitali dopo aver bruciato ossigeno e trasformato l'erba del vicino e la nostra in cemento, armato di pazienza sorvolo, oltre la barbarie,  almeno con la mente, ma la barbarie bisognerebbe arrestarla e sottoporla a regolare processo, accertarsi che sconti senza sconti una pena commisurata al danno arrecato.

Sto sprecando il mio tempo, mentre il tempo corre e vorrei fermarlo...

...o usarlo meglio, nella vita bisognerebbe almeno cercare di fare qualcosa per gli altri o per se stessi, fare qualcosa solo per riuscire a tenere la testa oltre la linea di galleggiamento è un po' poco.
La giustizia del mondo che punisce chi ha le ali e non vola sta facendo solo il suo dovere, negandomi la serenità concessa agli insensibili, mi ricorda che pur non avendomi dotato dell'apertura alare di un albatro urlatore, mi ha concesso la possibilità di urlare il mio disappunto e un paio d'ali per sognare invece d'inseguire, per dirla con Gramellini, bisogni senza sogni.
Ma andiamo per ordine perché le informazioni incomplete non sono attendibili, entro ancora nei pantaloni di vent'anni fa, ti dice, ma se i pantaloni erano elasticizzati si riducono le speranze di ritrovare una splendida quarantenne, magari invece, la splendida quarantenne va in palestra tutti i giorni, i pantaloni non sono elasticizzati, anzi li anche dovuti stringere in vita...

Sto sprecando il mio tempo, mentre il tempo corre e vorrei fermarlo...

...non so come ho potuto, io, così poco attaccato ai beni materiali, così lontano dalle convenzioni, così incurante dei giudizi esterni che non sono mai arrivati a scalfire l'interno, come ho potuto adattarmi ad accettare una vita così convenzionale, come ho potuto non trovare la forza di scelte borderline, con quale forma e con quali argomenti la paura ha potuto limitare una personalità alla stato gassoso, forzandola in una bottiglia adatta a conservare un vino mediocre che se avesse voluto avrebbe potuto evolversi, oltre la norma, oltre la pasta alla Norma, oltre le banalità del quotidiano, del settimanale del mensile,  regalando sogni e regalandomi il sogno di una vita.

M 50&50

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