sabato 30 maggio 2015

BUONA NORMA


Marco 50&50

PREPOST
Nessuno mi deve nulla.
Non devo nulla a nessuno.
Esco a pranzo per passione, ceno fuori per amore, scrivo soprattutto per me stesso e non soffro di aspettative disattese
Si parte.

POST
Avrebbe potuto almeno offrirmi un caffè, se definita in questi termini, la questione è annosa e alquanto triste.
Più precisamente è meglio dire, chi non è generoso e non riesce ad essere riconoscente, quindi già abbastanza messo male, dovrebbe  cercare almeno di essere furbo.
Capita di scrivere un post, capita di scrivere due righe di questo tenore al ristoratore per informarlo "giro, per dovere d’informazione, il link relativo al post pubblicato...", capita, non nell'immediato, ma irrimediabilmente nemmeno più nell'anonimato, di tornare.
In questo lasso di tempo, succedono cose, le più disparate, atteggiamenti inspiegabili, sfaccettature, si assiste, ormai disillusi, a maschere smascherate, si scoprono belle persone da semplici e assolutamente non filtrate risposte e persone meno belle da risposte non date, niente, nemmeno un cenno di riscontro, si ricevono telefonate di ringraziamento con l'invito ad andare ad assaggiare il tacchino, gentilezze inaspettate e scuse per un servizio offerto sotto tono.
Si ricevono inviti ad inaugurazioni, a cene con gli autori, dei piatti e dei libri presentati, risposte scritte spiritose come se la conoscenza fosse di vecchia data, telefonate che ci informano che sono arrivati i funghi, altre che ci segnalano che un nostro amico è proprio lì, ora, a pranzo da loro.
Sai, quei signori al tavolo in fondo sono già venuti più volte a trovarci dopo aver letto il tuo post, vorrei farti assaggiare questo piatto non ancora in carta per sapere che ne pensi, ci sentiamo dire. 
Capita di ricevere, inaspettati e graditi attestati di stima, da ristoratori stellati e non che leggendo un post si sentono ancor più motivati ad andare avanti, avvengono scambi di energia, al di là del calice offerto, di un sacchetto di riso, di una bottiglia, piccole grandi cose.
Di norma il conto si arrotonda, non siamo fiscalisti, se ci viene detto, vorrei farti assaggiare x, di norma non dovremmo ritrovarci x alla seconda sul conto, di norma.
Le persone sono diverse una dall'altra e tranne in caso di invito esplicito, credo sia giusto pagare il conto, sempre, ma dispiace vedere ristoratori che sembra usino il bilancino non solo per pesare il tartufo, non dando il giusto peso ad un rapporto che, dovrebbe, essere diverso, raccontare un pranzo, aumenta inevitabilmente, il giro di clienti, eppure ad alcuni ristoratori supponenti sembra di fargli un torto, sono quegli stessi ristoratori che non emettono ricevuta, confidando che non sia io fiscale a farne richiesta, intendiamoci, niente è dovuto, spero di essermi spiegato bene a questo proposito, il discorso non si riduce alla banalità del limoncello offerto, spero quindi di non essere frainteso, 
Se alcuni stappano per condividerla, una bella boccia di Champagne, stride vedere che altri, dai quali siamo stati più volte, in due o multipli, quindi più coperti anche in primavera-estate, facciano fatica ad essere un po' meno calcolatori, o per lo meno che sappiano fare i loro calcoli usando qualche grammo residuo di onestà intellettuale.
Quanti presentano il tutto esaurito tutto l'anno a pranzo e a cena? Appunto.
Anche fosse, per educazione, due righe di risposta si danno comunque, considerando che dovrebbe essere più facile mantenere un cliente che cercarne uno nuovo...

POSTSCRIPTUM
L’educazione vi fa difetto come un cappello troppo grosso su una testa troppo piccola…
“Non credo tu abbia voce in capitolo per parlarci di educazione”
Infatti, non avendo voce in capitolo scrivo, non avete capito un c@zzo.



M 50&50



2 commenti:

  1. Pochissimi possono esordire con un tale prepost, che batte qualsiasi disclamer. Il post è la splendida conseguenza, con chiosa da urlo.
    Grande Marco

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  2. Mi imbarazzi e mi consoli, x lo - mi sono spiegato, oggi ho messo gli occhi su una bolla che presto sarà mia, devo solo farle una corte discreta...

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