martedì 30 giugno 2015

Non cambiare stile di vita


gdf

Nel market a due passi dalla frontiera francese il servizio di sicurezza è curato da un integerrimo maghrebino sfuggito al barbonismo etico e dall'elemosina Est-Iva, a cui nulla sfugge, ma che chiude un occhio sulla centro americana dal bacino facile e dalla circonferenza ampia. 

La morettina con i capelli tinti di biondo si prende i pani e i pesci con i denti. I pani, prima li afferra, poi li infila nei sacchetti al livello del self service, poi li moltiplica fuori dalla bilancia ed infine decide di assaggiarli tutti -le gusta con queso- prima di passare dal peso, del pane; il suo ormai è andato fuori controllo, come l'atteggiamento del giovane italiano che la accompagna e che infine la minaccia, ché la smetta.

Lei lo manda idealmente a Panama ma poi patteggia, sa benissimo come trattare un giovane italiano  una volta estratto dal market multi etnico che batte bandiera tricolore tedesca. 

Quell'altro con la boliviana di tinte forti si sta mettendo in tasca due arance mentre il turno di guardia della security cambia, e al posto del rassicurante maghrebino di taglia media sopraggiunge un gigante senegalese per nulla debilitato dal Ramadan, ma i grandi tarocco non sono nelle tasche della boliviana ma bensì dentro il banco dei salumi e dei formaggi.

C'è un calabrese alla cassa che aspetta di sapere se il suo bancomat ha un pin; la mancata pin up abruzzese lo rassicura in lingua congiunta.  C'è un tedesco stufo dell'attesa in coda che inganna il momento canticchiando in rumeno e rompendo la confezione di wurstel da campeggio intingendo la carne nella vaschetta da mezzo chilo di senape.

La vecchia non ci sente, anche quando gli fanno notare che il sottovaso non passa al rivelatore di codice a barre perché la confezione era da tre pezzi e lei l'avrebbe aperta per prenderne solo una per la singola piantina di basilico sotratta altrove.

Si offende a nome del suo badante Ucraino, quello che di brioche ne ha comprate una di confezione ma sei di contenuto, ma che per comodità ne butta tutto l'involucro sul rullo della cassa masticandone una in lingua madre. Non c'è pazienza al market.

Nessuno usa il carrello, di cestelli non c'è traccia. La francese per una volta non si sente sola, o almeno immagina di non esserlo stasera, e si prende 12 baguette belle dure e croccanti per domani, ma si sbaglia a dichiararle di fronte alla bilancia automatica, e di fronte al senegalese, che si ricorda la storia, e la punisce, ma non come lei vorrebbe.

Alla cassa c'è di nuovo coda, torno indietro, in cerca di un'offerta speciale di vini francesi scelti da quei due tedeschi con la Diane a Bordeaux. C'è tutto a disposizione, lo spazio multietnico funziona al meglio durante il Ramadan. 

Nessuno si ammazza per bere questa roba. Prendo anche una bottiglia di salsa di pomodoro, di vetro, per la pizza italiana, senza cautela, senza cestello. Resto in coda anch'io a lungo.

Mi sfugge una bottiglia, non quella del vino; è il litro di pomodoro che si schianta a terra in frammenti di mille vetri che colpiscono venti gambe sanguinanti degne della strage di San Marzano. La sicurezza maghrebina e sengalese interviene, e pulisce il pavimento.
gdf 7 min



lunedì 29 giugno 2015

Post Adolescenziale


Marco 50&50

Qualunque sia la chiave di lettura di questo post dal titolo ambiguo e ambivalente, una cosa è certa, pensavo di essere sveglio, di avere sempre in tasca la parola passepartout, come il tubino nero nero nella valigia di una bella donna, di avere una mente elastica come un adolescente, invece oggi, sulla spiaggia, un venditore di cocco mi ha ricordato che c'è sempre da imparare, tutti i giorni e da tutti.

L'ho sentito arrivare dall'inequivocabile suono della trombetta, quando, a differenza dei suoi colleghi, invece di cocco bello e cocco fresco ha detto, allungate la manina solo un euro la fettina, ho teso le orecchie, poi, frapponendosi tra me e il mare, ha affondato il colpo dicendo: coccolatevi, avrei voluto comprarglielo tutto, mentre cercavo una moneta, la mia mente ha ritrovato elasticità ed è riuscita a fare un bel salto all'indietro...

Quando di esotico si conosceva solo l'ananas e mango pu c@zzo avremmo acquistato una papaya, il cocco faceva già tendenza sulle spiagge, diciamo che si tendeva ad acquistarlo dopo il bagno, disteso su un asciugamano in riva al mare mi stavo godendo il mio pomeriggio adolescenziale, non so quanto costasse una fettina di cocco, ne chiesi una bella grossa da condividere con un due pezzi acerbo ma non troppo (ecco perché mi è rimasto il piacere di un po' di acido nei piatti...), precursore dei tempi, forse vendere cocco attiva la mente, il venditore me ne diede due al prezzo di una, fidelizzandoci...

...sono tornato al presente, con un po' meno futuro davanti di allora e ho pagato il mio cocco con due euro, tenga pure, ho saldato un vecchio debito.

M 50&50

domenica 28 giugno 2015

Serebro lese

Sull'Armadillo Bar non poteva mancare l'aggiornamento che riguarda il nuovo video delle Serebro, spesso passate di qui senza lasciare un Copeco di mancia in ricordo di una fugace ma indelebile apparizione. Ci rimaniamo male sapendo che le Serebro sono rimaste lese dal ricambio di due delle migliori, Elena ed Anastasia, sostituite con grazia da Darja e Polina, mentre Olga tiene botta ... roba che non si vedeva dai tempi di Kid Creole, che cambiava le Coconuts come le calze sporche che ci saremmo rimessi quasi tutti con immenso piacere, vabbè, ce ne faremo una ragione guardando il nuovo lesbo mustang video che suona già bene dalle parti di RTL, ma che spacca soprattutto su tutti i lati B
gdf

sabato 27 giugno 2015

IL PESCE FUOR D'ACQUA



Marco 50&50


Finisce nel piatto.
Dalla cucina a vista Manuel avvista Patrizia, lei si muove sinuosa tra le acque del porto, la motonave è a miglia marine zero dal nostro tavolo, se la pesca miracolosa avrà dato i suoi frutti i nostri piatti tra poco si riempiranno di frutti di mare, poter assaporare pesci appena pescati è più o meno la stessa sensazione di cogliere la frutta dall'albero lasciando senza rimpianti, negli scomparti troppo refrigerati dei grandi supermercati, quella non ancora matura a far compagnia a pesci dalla dubbia provenienza arrivati fino ai banchi frigo senza permesso di soggiorno né di ingresso nella mia cucina.


Manuel pur essendo ad un passo dall'acqua si muove con i piedi per terra, il fatto che indossi le pinne mi fa capire quale sia l'indirizzo dei piatti che prenderanno forma sotto al fuoco della sua padella a vista...



...padella a vista che, ora posso dirlo, ci ha regalato sensazioni gradevolissime e un indirizzo che si farà ricordare, a questo proposito, prendo in prestito, senza alcuna intenzione di restituirla, una definizione sullo stile di Manuel Marchetta "...mano ferma, cotture brevi, presentazioni eleganti, accostamenti originali ma non bizzarri...qui si fa maledettamente sul serio, disancorandosi anche da guru in via di pensionamento o da opinion leader in via di consolidamento..."



L'abbiamo lasciato fare e lui ha scelto per noi un percorso mirato ed equilibrato portandoci a fare un giro al largo e riportandoci sani, salvi e contenti in porto, per non farci mancare nulla, quando si inizia a giocare è difficile fermarsi, abbiamo scelto anche tre piatti alla carta, di quelli, tra virgolette più tradizionali, anche qui si gode, la mente fa meno fatica e capisce con più immediatezza gli accostamenti più tradizionali ma non banali, arricchiti dal gusto che solo una materia prima di questo genere sa dare e soprattutto dalla mano sicura che spadella con semplicità quel che è semplice da ottenere solo in apparenza, ho goduto molto, sia "lasciandolo fare" che prendendomi la responsabilità di scegliere, le foto e le didascalie, meriteranno un post a parte e i commenti più tecnici di chi mi fa accompagnato, per ora questo, al risveglio, in diretta, grazie Manuel.



La notte Taggiasca illumina l'Aurelia tra Arma e Sanremo di stelle, noi milanesi siamo così abituati a guardare in alto, a scrutare il cielo per cercarle che vederle riflesse nel mare sembra un miracolo dal valore aggiunto, stavolta, sarà l'abbronzatura strepitosa, sono stato baciato dalla fortuna,
Il mare profondo e quindi, non banale, mi ha offerto la cena che stavo aspettando, poi dopo il caffè, nuvoloni da Ovest hanno spento le luci sull'acqua e nel cielo, ma uscendo qualcosa ha attirato la mia attenzione, tra le barche ormeggiate una luce, la padella a vista di Manuel, mandava riflessi stellati.




M 50&50

giovedì 25 giugno 2015

SESSO&STREMO


Marco 50&50

Delle forze.
Logica conseguenza.
Il post è V.M.50, tanto non capireste, più probabilmente sono io che non sono in grado di spiegarvelo, perché è vero, alcune cose non si possono spiegare, tanto più oggi che un adolescente ne sa di più di un uomo vissuto di ieri, altro che nastro rosa di Battistiana memoria, corde, nodi, bende, in fondo la differenza tra legami e legami sta nella posizione dell'accento, cambiano le posizioni della piacevole lotta tra i corpi che prima erano due, l'uno contro uno ha lasciato il posto al doppio misto, come minimo, e poi scambi di ruolo e di partner per non farsi mancare nulla.
Adesso ragazzini in gita scolastica fanno sesso di gruppo in mezzo alla strada in pieno giorno come fosse la cosa più naturale del mondo, e io che pensavo un giorno di poter dire, distrattamente, ai nipoti che non ho, passando dalla circonvallazione esterna milanese all'altezza di Romolo, proprio qui, sulla mia piccola cabrio, ho fatto sesso con un'amica, era l'ora di punta...

Potete dire quello che volete, mettermi di fronte all'evidente differenza tra una vecchia foto sgranata, una locandina di un film e un odierno filmato hit, esplicito e col sonoro, potete farmi pazientemente notare che alcune professioniste dimostrano una tecnica indubbia al limite dell'equilibrismo.
Equilibrismo...
A metà scala, in perfetto equilibrio tra innocenza e perversione si colloca la malizia, su quella scala c'è la Antonelli, l'immagine è indelebile dopo oltre quarant'anni.




M 50&50

mercoledì 24 giugno 2015

CORPI GALLEGGIANTI

Marco 50&50

Dicono che in Liguria non facciano regali a nessuno, dicono.
Il secondo racconto d'estate targato duemilaquindici non è il ricordo lontano di una rievocazione in costume  ma un pezzo di costume di stretta attualità, speriamo che il capo redattore dell'Eco di Biella, sollevi la testa dal Diario e ci butti l'occhio e la mente.

Ero Armataggiato da un solo giorno, il gusto forte e corroborante della miscela arabica non mi aveva ancora abbandonato del tutto, avevo appena messo il telo sul mio lettino in riva, lei era lì non so da quanto e continuava a fissarmi, spudoratamente.
Ho distolto lo sguardo e mi sono spogliato, steso a pancia in giù, prendevo il sole ma mi sentivo osservato, ho alzato  gli occhi, lei era ancora lì, continuava a fissarmi, sembrava mi stesse sfidando.
Galleggiava a pelo d'acqua senza alcuno sforzo apparente, accecato dal sole che distribuiva senza risparmiarsi raggi argentei sulla superficie liquida,  mi sembrava di ricevere segnali in codice ad intermittenza quasi continua, la parte emersa che distinguevo a mala pena, data la distanza, sembrava un approdo sicuro in acque pericolose oltre la barriera degli scogli.
Colpito di riflesso dai raggi del sole sulla superficie verde smeraldo, sapevo che non mi restava molto tempo per riflettere, un altro avrebbe potuto raggiungerla prima di me anticipandomi e beffandomi.
Anomalo incontro ravvicinato, primo appuntamento di mattina, alla luce del sole, non mi ero preparato ma la barba fatta con maggiore cura non sarebbe servita, così mi sono tuffato.
Con l'abbrivio dell'ultima bracciata l'ho raggiunta, abbracciandola ho provato un'emozione primordiale, solo in mezzo alle acque avvinghiato a lei, nonostante il freddo che restringe e dissuade qualcosa si è mosso, sono ancora vivo ho pensato, poi a malincuore mi sono staccato dalla boa e ho puntato gli ombrelloni lontani piantati nella sabbia, sono arrivato a riva stremato come dopo un amplesso.

Oggi tira vento, il mare agitato non invita a lunghe nuotate, mentre oriento il lettino elioterapico mi rendo conto che quest'anno non sono ancora andato alla boa, mi giro di scatto, lei sta guardando altrove, eppure sono sicuro mi stesse fissando, sorniona.

M 50&50

domenica 21 giugno 2015

Home Restaurant gdf


gdf




Menù personalizzato


Parmigiano 36 mesi, vecchio aceto balsamico e soncino

Salame di bufala di Caraglio, carciofini messi via quest'inverno e senape forte

Gazpacho Andaluso, gamberi di Sanremo al vapore, timo e basilico

Valeriana, patate, uova e french dressing


Linguine, gamberetti e totanetti, piselli freschi e polvere di bottarga 

Agrodolce freddo di verdure e tonno come in Piemonte

Macedonia di pesche gialle e melone, menta e Moscato

gdf

sabato 20 giugno 2015

Solstizio adolescenziale



Marco 50&50

L'ho rivista in San Babila...

Ventuno giugno anni ventuno, licenza militare e poetica, nello scadenziario uno strano post it, per Imu e Tasi ci si rivede tra trent’anni.

Puntuale lascio la documentazione al commercialista, Milano concentrica gioca strani effetti lungo la linea dei ricordi, la circonvallazione esterna ed interna si sovrappongono, la cerchia dei Navigli si chiude mettendo a fuoco lontani colpi di calore, poco dopo quell’incrocio andavo a ripetizioni di Latino, tutto torna e s’interseca, rosa, rosae, rosae, assillato ed attirato dalle quote, sbirciavo, dopo un corso da Alvaro Vitali, nella camicetta della supplente che rendeva le mie versioni meno assurde, l’apertura consentiva spazi risicati, l’immaginazione prendeva il sopravvento, non avevo spazi di manovra, controllato a vista dal Campanini Carboni col reggiseno di pizzo.
Superai indenne la maturità senza aver potuto assaggiare le sue pere mature, ma riuscii a togliermi la voglia di frutta in vacanza al mare.

Il colpo di calore ci permise di trovare qualche ora per noi, lasciando in ombra chi ci accompagnava, ci salutammo dicendoci che ci saremmo rivisti, pensando che non lo avemmo fatto.
Invece ci rivedemmo.
Diede una festa di fine estate, invitandoci tutti da lei, abito...
...l'indirizzo ce l'ho, rintracciarti non è un problema, le dissi, abitava nella stessa via della supplente di Latino.
Aveva una grande casa quattro locali, doppi servizi ma è il servizio in terrazza uno dei ricordi più nitidi di quella serata, dissi a Roberto che sarei tornato più tardi, invece rimasi da lei tutta la notte ad impratichirmi,  il giorno seguente avevo l'esame di teoria della patente.
Qualche sera dopo, Roberto mi disse di essersi innamorato di lei, smisi di frequentarla pur sapendo che non sarebbe servito a nulla.

L'ho rivista in San Babila...
...nella mano un calice, nell’altra Bruno, il fidanzato biondo, cervo a primavera e nelle altre stagioni, Roberto si è trasferito in Liguria, non è il primo dei miei amici che fa un passo nel buio in direzione del  pesto, anche se non credo si possa parlare di diaspora quanto piuttosto di giochi di parole, cruciverba volant, sulla sabbia un racconto d’estate .



M 50&50

venerdì 19 giugno 2015

Aoc Champagne Blanc de Blancs Fleuron 2005 Pierre Gimonnet & Fils


Se cerchi eleganze, pregio e stile indiscussi, non hai alternative: Côte des Blancs, unica e inimitabile.
Il Fleuron – letteralmente gioiello - è un assemblaggio di sole uve Chardonnay, provenienti da quattro diversi villaggi – Chouilly, Cramant, Cuis e Oger - e incarna, in modo esplicito e diretto, quello che passa sotto la definizione di “style maison”.

Fine e seducente al naso, con nitidi toni di panificazione e pasticceria croccante, da forno. A braccetto, tanta frutta bianca – mela, melone e pera – e un bel cesto di agrumi freschi – pompelmo, limone e cedro – qualche nota floreale, sempre bianca, mandorla e pepe bianco (ancora), con una carica di gesso - bianco pure lui - in doppia cifra.
Ti potevo raccontare, in una parola, di un naso bianco.


Elegante, coinvolgente e preciso al palato, il quale ha attivato la funzione copia-incolla del registro olfattivo, con la splendente matrice gessoso-iodata che trae lustro ulteriore.
Una lama acida, senza intemperanze, ma rettilinea e ben integrata nella vivacità aromatica, tanto fruttata, quanto minerale, conferisce equilibrio e accelerazione, ad un sorso di bella freschezza e leggiadra cremosità.

Bocca integra e armonica, tale fino alla fine, con progressione trascinante, su ritorni compatti di spezie, muschio e note fungine, esaltati dalla sapida gessosità di questi suoli, baciati dalla dea bendata.