domenica 16 agosto 2015

Terre e scelte estreme

Marco 50&50


“L’arte è una fuga dalla follia, ma è la follia ad indirizzare quella fuga”
Venerdì scorso nell’ambito di Riccione incontra, Vittorio Sgarbi ha parlato del progetto del Museo della "Follia" al Palazzo della "Ragione" di Mantova per poi arrivare alla “capra” che gli consente di ridurre le querele, il più discusso e provocatorio storico dell’arte italiano ha tenuto una lezione d’arte su Modigliani, Van Gogh, Annigoni, Frida Kahlo, Caravaggio e, soprattutto, su Ligabue.

Questo lo spunto che cercavo per sfiorare  temi che spaventano affascinando, fuga, follia, solitudine, sfide.

Trovarsi almeno una volta nella vita nella condizione umana più antica, soli, senza alcun aiuto se non quello delle nostre forze è un’attrazione che potrebbe risucchiarci  nel vuoto e devastarci, tre giorni e tre notti senza un euro, in una grande città sarebbero più che sufficienti a far abbassare le ali ad un bel numero di presuntuosi.

Quando, anni fa, lessi “Nelle terre estreme”, tratto dalla storia vera di Chris Mc Candless, da cui fu tratto “into the Wild” diretto da Sean Penn, provai quella stessa attrazione fin dal momento, che ricordo perfettamente, dell'acquisto del libro che descrive il viaggio di un ragazzo americano, due anni attraverso gli Stati Uniti fino alle terre dell'Alaska che prova a vivere in mezzo alla natura,  senza alcun contatto col mondo civilizzato, trovando, prima di morire per aver ingerito delle bacche avvelenate, quella felicità interiore che è negata a quasi tutti.

Da quella lettura intensa e rara, difficile da trovare in un "non romanzo", capii due cose, la prima, che ero pericolosamente vicino all'inquietudine di quel ragazzo che si era "messo in cammino".... 

Chris subì critiche da gente sconcertata e rabbiosa che reputava inconcepibile il fatto che non si fosse portato una radio, un telefonino, gente che lo accusava di essersela cercata, di aver agito da pazzo, da sprovveduto, gente che aveva interpretato il suo ritorno ad una condizione primordiale come la sfrontatezza di una stupida sfida, un anticonformismo da esibire piuttosto di un modo diverso di sentirsi, di essere, nella natura la ricerca della propria natura.

...la seconda, che c'era dell'altro e, vent'anni dopo, Carine, la sorella, dandomene conferma, ha raccontato quel che non si poteva leggere nemmeno tra le righe, a meno di essere mezzi pazzi, che non è una brutta parola, come Chris.

I dettagli sono ininfluenti e le persone reagiscono in modo diverso ai dettagli, questo per sensibilità ed altre variabili non di poco conto.

Chris, dice Carine, se ne è andato a cercare la vita che voleva, in piena libertà, io credo si sia, piuttosto, allontanato dalla vita che non voleva.

La felicità è autentica solo se condivisa, scriverà prima di morire Chris, che abbraccio, ammiro e in un certo senso, in fondo invidio.

Parafrasando lo Sgarbi in apertura, credo si possa dire che, si fugge dalla follia ma bisogna essere un po' folli per avere il coraggio di fuggire davvero.


  
Autoscatto di Christopher Mc Candless appoggiato al Magic Bus



M 50&50

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