lunedì 14 dicembre 2015

Un rosso rosè


Marco 50&50



Con la focaccia servita calda un buon salame, perfetto col vino scelto,  ed un ancor più buono culatello che avrebbe però richiesto una boccia diversa…



L’ossobuco col risotto alla milanese, anche qui la scelta del vino sembra più che azzeccata

 Fin qui tutto bene, adesso bisogna vedere quale bottiglia inappropriata hai scelto stavolta per accompagnare il tuo spuntino tardo autunnale…
Se ti togli le cuffie e abbassi il volume del mixer te lo dico, o alla Villa delle Rose, dove credo tu stia lavorando hanno il cruise control per i decibel…comunque mi sembri interessato solo al cinquanta solido di quanto scrivo…
No è che ormai con te sono rassegnato, se non c’è qualcuno a guidarti vai in palla e sbagli bolla…Reet Petite in sordina poi è imperdonabile anche per un DJ senza blasone, dimmi, mezzo toscano, ti ascolto
Niente bollicine, una barbera d’Asti, collinare, targata Maccario, ci sento lontani sentori d’amaretto, nello specifico più che quello di Sassello mi sembra di percepire, anzi percepisco distintamente l’attacco frontale dell’amaretto di Mombaruzzo, ma siediti, ti racconto una storia che probabilmente conoscerai già, ma gli spunti, lo sai, aiutano le rotelline a muoversi e, come vedrai, lasciano un sorriso compreso nel prezzo, il prezzo da pagare è qualche minuto del tuo tempo, poi Reet Petite lo rimettiamo da capo…

Qualche anno fa un’operazione di marketing fuori dagli schemi convenzionali ha consentito a due fratelli, Pico e Vitaliano Maccario di promuovere con successo la cantina ereditata dal nonno Carlo che ha come simbolo la rosa per il valore che, soprattutto negli scorsi decenni, aveva in vigna, dato che poteva evidenziare in anticipo, le malattie della vite determinate dagli attacchi dei parassiti sui filari.
L’operazione di marketing di cui sopra, più che una presa in giro alle varie testate e ai numerosi blogger che hanno “abboccato” a me è piaciuta e mi è sembrato strano leggere in un vecchio post di Stefano Tesi, col quale solitamente concordo, (forse per il fatto che vive nelle crete senesi ad un passo dalle mie origini) leggere dicevo parole che non hanno del tutto colto la “genialata” di fondo, una “goliardata” alla toscana degna del Conte Mascetti.
Per farla breve è stato messo in rete un video “taroccato” di un’inesistente ma realisticamente vera rosa carnivora che cattura un insetto proteggendo a spina tratta le vigne, il video che  ha totalizzato duecentomila visualizzazioni, è servito a promuovere su larga scala i vini della cantina Maccario, tra i maggiori produttori della Barbera d’Asti, che su settanta ettari di appezzamento ne coltiva quasi sessanta a Barbera.
I vini di Pico Maccario si sono fatti, a beneficio dei viaggiatori, qualche viaggetto in treno sul Frecciarossa e anche qualche volo su Alitalia sulle stesse tratte internazionali normalmente percorse per raggiungere luoghi d’esportazione quali Nord America ed Estremo Oriente.
Vitaliano che ha studiato il web come strumento di promozione, intuendone le grandi potenzialità necessarie per aggredire un mercato difficile e selettivo, ha sfruttato un’idea spolverizzandola di follia gestionale ed imprenditoriale e di sé dice “…in realtà, non ho inventato nulla. Le rose venivano piantate come spia della salute della vigna. Se si ammalavano il contadino doveva intervenire. Noi abbiamo costruito un sogno a partire dalla tradizione...grazie ad un semplice video siamo venuti in contatto con migliaia di persone in un lasso di tempo che avrebbe richiesto mesi, forse anni con i tradizionali mezzi di comunicazione”


Credo anch’io che la comunicazione sia importante, soprattutto quando lo stesso messaggio invece di arrivare al consumatore in modo banale, stimoli ed invogli alla scoperta e ad una conoscenza più approfondita, quando possibile, quindi, evitare di lasciare qualcosa in secondo piano, un po’ come avrei dovuto fare io che, invece di fermarmi all’immagine del vino qui sotto, sempre alla ricerca del Quinta de la Rosa, scattando la foto al Villa della Rosa di Pico Maccario, avrei dovuto accorgermi che, anche se un po’ in secondo piano,  avevo sotto gli occhi una Rosa con la quinta, in tinta per giunta, invece me ne sono tornato a casa senza alcun contatto col quale potessi mettermi in comunicazione…metti Reet Petite



M 50&50

2 commenti:

  1. Con quei piatti, potendo, meglio le bollicine.
    Preferisco Jackie Wilson a quella barbera. De gustibus

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    1. Avevano concordato altri, stavolta, menù blindato per trenta persone e non c'era nemmeno J.W....;-)

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