lunedì 9 maggio 2016

Il rinnovato Cannavacciuolo Cafè & Bistrot di Novara

Ivan Famanni e Vincenzo Manicone
Direttore e chef del Cannavacciuolo Cafè & Bistrot



del Guardiano del Faro 

Sono trascorsi circa otto mesi dall'apertura del Bistrot novarese di Antonino Cannavacciuolo, eppure la proprietà -Cannavacciuolo / Primatesta- ha sentito il bisogno di ridare già una mano di vernice al Cannavacciuolo Cafè & Bistrot di Novara. Non al locale, ci mancherebbe altro, che è nuovissimo e molto bello, ma forse le diverse critiche arrivate (soprattutto dal web) hanno pesato sulla decisione di definire e delineare meglio il progetto dal punto di vista umano; progetto che ora appare più nitido, più chiaro da comprendere.

L'esperto Maitre/Direttore Ivan Famanni, che si è portato dietro alcuni dei suoi collaboratori di sala più fidati, ha rilanciato, puntando fiches pesanti sulla squadra che vuole vincente. Lo sappiamo, è sempre più difficile trovare ragazzi e ragazze di sala che sappiano andare oltre il semplice compitino, e così Ivan ha da subito recuperato le persone che voleva, con le quali si intende meglio, anche solo con uno sguardo folgorante. Occhio a far cadere a terra un cucchiaino da caffè.


In cucina c'è  Vincenzo Manicone, proveniente da Villa Crespi e già visto anche nel ruolo di brillante protagonista al Concorso Emergente di Luigi Cremona. Uno con il fisico, quasi un alter ego di Cannavacciuolo, così come lo è Alfredo in sala.

Due così qui ti danno quel senso di sicurezza, di solidità ... insomma, ci si sente in buone mani, anche grazie alla sorridente Arianna Anselmetti, eporediese e giunta qui proprio dal Blupum di Ivrea, dove lo stesso Famanni lasciò il segno. Ma altri ancora stanno arrivando a completare una squadra assai competitiva.

Dicevo dello svolgimento del progetto, che ora pare suddividere meglio gli spazi a disposizione, destinandoli a scopi ben distinti. Intendiamoci, la botta iniziale di popolarità e di novità portò qui chiunque, con aspettative spesso sbagliate o deformate dalla fama del personaggio, con conseguenze mediatiche prevedibili; invece, ora placati i clamori e i timori, si può lavorare con più tranquillità, senza più il timore di essere travolti da un nuovo fattore sorpresa.


Al piano terra il locale vive di elegante informalità. Pasticceria, caffetteria, cocktail bar e pausa pranzo convivono qui, sul dentro e fuori del Teatro Coccia, dove viene anche servito un aperitivo che in realtà rappresenta un mezzo menù degustazione.

Con l'impeccabile Ivan, maitre con il vizio della "cucina alla lampada". Spero la recuperi

Meravigliose focaccine, anche con prosciutto crudo, e poi la terrina di coniglio in salsa tonnata, quella di maialino alla barbabietola, l'insalata di cereali con salmone marinato, cubi di parmigiana di melanzane, peperoni farciti di ricotta ... difficile ricordarseli esattamente tutti, salvo apprezzare lo sforzo di uscire dalla banalità delle pizzette, delle chips di patata o delle arachidi. Ma si è pensato anche a loro, agli amanti di noccioline e di patatine, che però non saranno quelle che si vedono in altri bar del quartiere ...


La scala che porta ai due piani superiori e alla terrazza.
In questi tre spazi si celebrerà il rito del pranzo e della cena, con carta e menù degustazione che ora guardano in alto, non nascondendo ambizioni stellate. I piatti, oggettivamente, ne valgono almeno una da subito. Il servizio pure, e anche la carta dei vini ha preso una piega diversa, ora molto orientata verso le produzioni biologiche e biodinamiche.

Lavoro in corso.  La lunghissima terrazza è in via di allestimento con vista piazza

La vista dalla terrazza 

La sala principale 

Già luminosa di suo, ma arricchita da lampade e punti luce design 

La carta si declina "teatralmente" in Ouverture, Musical, Opera e Balletto.
Poi abbiamo un menù Sipario da cinque portate ed uno a mano libera in free jazz da sette step.
Ad ogni piatto può essere abbinato un vino diverso 


Questo Franciacorta per esempio, non dosato, non filtrato e non sboccato ... come  si legge sul sito dedicato, ottenuto dalla vinificazione di uva chardonnay in acciaio e anfora con l’utilizzo di lieviti indigeni. Rifermentato in bottiglia con il mosto delle stesse uve. Sullerba è imbottigliato senza microfiltrazione, per questo mantiene in sospensione una buona percentuale di lieviti. Chardonnay 100% in biodinamica00 bottiglie. 

Taralli e mandorle 

Crema di patata al limone con frutta e verdura disidratata 

Mousse sofficissima di gorgonzola ... più lo conosci e più ti piace 

Una chips che è filigrana 

Ricciola marinata con cipollotto al limone, crunch di sesamo in nero, sesamo bianco e papaya 

Autorevole chardonnay 100% dal Maçonnais. Vigne molto vecchie, vino molto minerale e persistente 

Ancora la ricciola su letto di papaya 

Il cestino del pane 

 Un petto d'anatra tra lattuga grigliata, taccole e bon bon di foie gras, salsa lemongrass

Solo un goccio ... per il foie gras 

 Questo va decantato, e anche spiegato, spiegato bene ;-)

 Si sale con i primi, come spesso accade nell'orbita Cannavacciuolo
Cappellacci di melanzana in filigrana di maggiorana, ricotta di bufala e colatura di insalata di pomodori

Elogio alla semplicità:
perfetti gnocchetti con vongole verace e croccante di alghe 

Raffinata pasta mista risottata in fonduta di piselli freschi e calamaretti spillo 

 Due estremi, geografici e sensoriali
Potente e compatto il Primitivo di Manduria
Delicato e suadente Grignolino

Non molto nitido il baccalà, le trippette e i carciofi in tre consistenze

 La dolce variazione di maialino al miele, contrastato da cipollotto e tarassaco

Una caprese al cioccolato bianco come pre dessert. La mozzarella è all'interno.
Sotto c'è pomodoro addolcito e granita di basilico
Giochetto ben riuscito. Chapeau 

Non scende di livello neppure il dessert, comparto già molto ben eseguito in toto qualche mese fa 

I caffè hanno un nome ed una provenienza chiara, e si bevono rigorosamente senza zucchero 

 Ed infine c'è anche Andrea alle prese con un perfetto Manhattan.
Che volere di più?

gdf Novara

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