domenica 29 maggio 2016

One Off


One off appetizer

Marco 50&50

Avviso ai naviganti, se i vostri piedi sono liberi anche dalle infradito, avete gli occhi chiusi, il volto sognante e la vista mare assistita da crema solare, restate dove siete, nessun aperitivo vale il viaggio…

…ma, se Milano e la sua cintura vi stanno strette tanto che non avete più buchi disponibili, allora potreste prendere in considerazione l’idea di un aperitivo diverso, quanto meno per quel che concerne la location e la modalità di fruizione, anche i numeri che leggo sul sito dei Cucinieri, il banqueting di Pierino Penati, invitano a presentarsi all’assaggio, 3458 Eventi e 9840 Catering realizzati in 35 anni d’attività qualcosa vorranno dire almeno in termini di organizzazione, pulizia e disponibilità del personale, infatti così è stato. 

Venerdì venti maggio, quindi, previa precedente prenotazione telefonica al One Off Appetizer, mi dirigo verso Viganò e le colline di Monticello Brianza con in tasca dodici euro tutti da spendere nella prima consumazione (per le successive prezzi dimezzati) e con la speranza che qualcosa di nuovo bolla in pentola, nel mio caso, l’unico piatto caldo a disposizione degli ospiti era una discreta zuppa d’ortiche che sobbolliva sorniona in un grosso pentolone.

Premessa, con dodici denari i miracoli non li può fare nessuno, anche a moltiplicarli per il numero totali di avventori che corrisponde esattamente al numero delle sedute (tutte occupate), e questo, pensandoci bene, è già un miracolo di per se, ecco, forse il punto sta proprio qui, nel modo diverso di poter bere qualcosa in un ambiente decisamente confortevole sia dal punto di vista puramente estetico che per quel che concerne la comodità di avere un proprio tavolo a completa disposizione e per  la pressoché totale assenza di lotte al buffet per l’ultima oliva.

Non è mai mancato nulla e, ad onor del vero, nulla d’impresentabile ci è stato offerto, così come nulla di memorabile, rimane la possibilità di integrare, a pagamento, l’offerta, ordinando ad esempio un buon risotto ma, sostanzialmente, visto il contesto, avrei preferito spendere qualcosa in più e al contempo potermi servire di qualcosa di meno banale, ci vedrei bene un piattino di stuzzichini particolari e di qualità, magari serviti al tavolo assieme alla prima consumazione, il livello, a livello di buffet, non è altissimo, siamo sulla falsa riga di uno dei tanti locali milanesi che offrono più o meno le stesse cose in piedi e in equilibrio precario sia delle persone che dei piatti da portata non sempre alla portata di tutti, ripeto è evidente che l’offerta vale eccome i dodici euro per un calice di bollicine o per un altro drink, ma è altrettanto evidente che c’è difformità, stridente difformità, tra le proposte a buffet “normali” e lo splendido contesto, ben gestito dal personale di sala, che inviterebbe ad osare.

Chi può spendere dodici può spendere ventiquattro, perché non offrire un ingresso a ventiquattro che dia diritto a due consumazioni e a rifarsi gli occhi con un buffet un po’ più sorridente che inviti all’assaggio e all’ormeggio prolungato…













M 50&50

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