domenica 14 agosto 2016

L'indole Francescana



Marco 50&50



Caro gdf, il tuo post su Realdo è la riconferma che, volendo, basta poco…certo, la passione che ci accomuna è un peccato capitale, ma se, per coltivarla, usiamo i nostri capitali, credo che, se pur  perseverando, verremo perdonati.

M

Ieri ho parlato con una persona che, attualmente, usa il telefonino della foto d’apertura…

Tra l’incredulo e lo sconcertato gli ho chiesto in che modo riuscisse ad usare le applicazioni di messaggistica istantanea multipiattaforma per smartphone, WhatsApp, Viber, Skype, Facebook…quando, candidamente, mi ha risposto che non usa nulla di tutto questo, l’ho guardato a lungo e ho pensato a quanto fossimo diversi noi due.

Qualche ora dopo, navigando, ho avvistato un isolotto inesplorato, attirato dalla calma apparente dei suoi fondali me lo sono letto tutto con calma, l’articolo, rarità sul web, a firma Matteo Persivale per il Corriere della Sera, ha risvegliato la mia indole a metà strada tra francescana e francescana, in attesa di decidere se seguire le orme di San Francesco o quelle della strada per la Francescana rileggo i passi più significativi:

“Un computer portatile, un iPad, tre paia di pantaloni, tre t-shirt, una busta di plastica con 4 mila dollari in biglietti da due dollari, due paia di mutande, di calze e di scarpe. Quindici oggetti e nient' altro, tutta una vita che può stare dentro una borsa di tela, a prova di crisi finanziarie, terrorismo, catastrofi naturali.

L'americano James Altucher, 48 anni, per due volte nella sua vita ha guadagnato milioni e li ha persi in investimenti sbagliati ha imparato una cosa fondamentale…puntare solo su se stessi

Il titolo del suo libro più famoso…è proprio «Choose Yourself», arrangiarsi…vivere in affitto… la sua scelta di vita radicale ha affascinato il New York Times che gli ha dedicato un lungo articolo non nelle pagine di economia ma in quelle di moda: vendere o regalare tutti i suoi averi, tranne 15 cose. Un po' guru finanziario e un po' frate francescano…la sua ricetta per chi ha perso tutto è quella di predicare l'anti-consumismo, l'autosufficienza, che non è una novità ma è profondamente radicata nello spirito americano…la mia ambizione - scrive - è di non avere ambizione…un minimalismo dei mezzi e dei fini…le librerie americane sono piene di scaffali sui quali pesano migliaia di libri dedicati a come diventare ricchi, a come trovare il successo, a come investire: Altucher invita a non diventare ricchi, a non avere successo, a non investire, a trovare la felicità nel sottrarsi a quella che vede come schiavitù, il possesso di cose e lo sforzo di assicurarsene altre ancora…insegna a «essere meno stupidi», non più intelligenti, fa l'elogio della mediocrità costruendo un monumento a quella che vent'anni fa il non ancora premio Nobel per l'Economia Paul Krugman definì nel titolo di un libro «L'era delle aspettative ridotte». Le aspettative di Altucher non sono ridotte, sono inesistenti. Stanno tutte in una sacca di tela nera con qualche ricambio di biancheria e una busta di banconote di piccolo taglio.”

Quando, negli anni, in lotta perenne e continua con gli accumulatori seriali, realizzavo di aver bisogno di poche cose essenziali, gioivo…perdere il sentiero di San Francesco e confondere la strada per l’Eremo di Camaldoli con quella per Modena fa parte delle contraddizioni con le quali siamo costretti a convivere, ma il minimalismo di fondo rimane ed è quello che mi ha sempre consentito di scegliere bene le persone, persone alle quali vorrei offrire l’ultima quartina di una poesia di Tony Harrison,  Long distance:

I believe life ends with death, and that is all.
You haven't both gone shopping; just the same,
in my new black leather phone book there's your name
and the disconnected number I still call.

Traduzione in libero vernacolo toscano che perde in significato e sonorità ma forse arriva…

Lo so che con la morte la vostra vita l’è finita
ma pur sapendo che un sète in libera uscita
tengo i vostri nomi sull’agenda e come un fesso
seguito a chiamà quel numero disconnesso

Per questo tipo di telefonate basta un vecchio Nokia.
Ieri ho parlato, allo specchio, con una persona che, attualmente, usa il telefonino della foto d’apertura.

M 50&50

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