martedì 30 agosto 2016

Sconsigli per gli acquisti : Aligoté Emmanuel Rouget


 di Fabrizio Nobili

Non deve essere stato facile ricevere un’eredità lavorativa come quella che ha avuto Emmanuel Rouget. 

Essere il nipote di un personaggio che ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo vinicolo mondiale come Henri Jayer di certo è stato un peso enorme.

Una persona che è riuscita a portare un “village” ad avere la classificazione di “premier cru” può mettere in difficoltà chi gli succede.

I vini rossi di Rouget (triglia ndr) sono parecchio buoni ma non raggiungono le valutazioni precedenti, e non solo in  termini monetari.

Ma in questa occasione stiamo cercando di comprendere la defaillance di un bianco. Anzi del bianco base che viene prodotto in Borgogna.

L’Aligotè è un vitigno che non ha niente a che vedere con lo chardonnay. Si esprime su valori nettamente inferiori e solo alcuni riescono a far quadrare il cerchio. Si, per esempio parliamo sempre di Lei la mitica Mme Leroy chez D'Auvenay.

La bottiglia di Aligotè 2014 di Rouget al prezzo di euro 24 provoca nervosismo già al vedere che il tappo è in agglomerato.



Il vino si presenta di un giallino tenue tendente al verde scarico, i profumi sono da ricercare tra la pietra focaia ed il peperone, ma con una buona dose di fantasia.

In bocca conferma la magrezza e la componente vegetale. Finale corto.

Finale corto.


f.n.




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