lunedì 24 aprile 2017

La Buona Cucina marinara nel nuovo Sogno di Timi


- del Guardiano del Faro -


FINALE LIGURE MARINA - Questa è proprio roba da guardiani dei fari. Non so se si può dire al plurale, comunque accendiamo le lampadine e mandiamo messaggi amici.

La Buona Cucina marinara ha trovato un nuovo indirizzo. La vera cucina marinara, quella che ti fa salivare, bere più del giusto e anche -Finalmente- fumare un Cohiba seduto sulla sabbia, guardando l'orizzonte, pensando di essere il re del niente. Il risoluto poeta della cazzata.

Quella sensazione anni '70 che ti faceva partire dal Piemonte e dalla Lombardia per andare al mare a mangiare questi sapori, quelli che prima del Turchino non esistevano: dopo peggio.

Nulla di creativo o di curatissimo nella presentazione del piatto. Questo è il sapore del rustico non ristrutturabile,

Qui il piatto sa di quello che ti aspetti. Nel vecchio Sogno Timi aveva preso 14.5 da Raspelli.

Qui rischia il 15, proprio perché ha fatto un passo indietro ed è andato nella direzione che gli suggerisce questa nuova collocazione (locale aperto da una settimana), direttamente nella via centrale di Finale Ligure, o come dicono alla Stazione F.S. Finale Ligure Marina.


Due sale, arredate proprio come te lo aspetti, anche se diverse. E poi un dehors piazzato a triangolo, in mezzo ad un trivio pedonale, sicuramente preso di mira dai primi chiari di Luna. Entri e -chi lo ha provato lascerà una lacrima- entri e senti il profumo dei migliori ristoranti spagnoli lungo costa Mediterranea anni '80, quelli affollati di clienti e di entusiasmo. Senti un profumo che mette appetito.


Guardo anche negli altri tavoli. Sono una quindicina i coperti coperti in un giovedì a pranzo. La gente, anche anziana, mangia parecchio, stimolata da una carta semplice e diretta. Gli uomini si nutrono di gamberi crudi o cotti. Le signore gradiscono ugualmente i gamberi, ma intiepiditi in una salutare passata di finocchi. 

I fritti vincono sempre, le acciughe tambien. Un milanese che vuole il branzino lo trovi sempre, e quindi lo devi avere, perché non si fida nè del dentice nè del morone, sto besugo ... eppure qualcosina a disposizione ci sarebbe per cambiare gusto.


Dettaglio della sala principale 

Quella più interna, più borghese

 Il mio tavolo al sole. Anche per il futuro, voglio mangiare solo a questo. Tavolo gdf

 Chablis Alto Atesino

Focaccia, ok, ma è quello scuro, ai sette cereali che non ha timore di confrontarsi con nessuno. Buono anche quello bianco. Qui il pane, la focaccia -e pure la pizza nell'altro locale di famiglia- sono considerati prioritari a tavola 

 Bello, rustico e buono. Certo, già immagino le foto su TripAdvisor ... questo sembrerà una roba difficile da gradire e guardare. In epoca di foto ai piatti, un po' tutti hanno cercato di migliorare la presentazione dei piatti, ma qui -per scelta credo-non si va per il sottile. Qui conterà di più il passa parola, il passaggio pedonale e il parere di qualche food blogger non troppo fighetto.

 Polpo, patate, fagiolini verdi. Profumo di aglio e prezzemolo.
Persino troppo cotto per i parametri di oggi.
Ma, detto tra noi, mi sono abbastanza rotto di polpi gommosi o giustiziati sommariamente su una piastra dopo il solenne passaggio in busta, roner e bassa temperatura. Il polpo un po' sfatto non sarà da stella Michelin ma si mangia più volentieri di quelli tignosi o duretti, fatti passare per "croccanti".

 Pietro Genduso, macchina da guerra in sala. Ne può tenere a bada anche un trentina da solo.

Lo spaghetto con pomodorini Pachino (sbucciati) basilico, succo delle teste del gambero e battuto delle code dei gamberi stessi. Leggermente piccantino e con quella sensazione crumble che invita a proseguire. Porzione per me inarrivabile per quantità, ma ci stavo riuscendo prima che il mio senso di colpa vincesse sul palato. 


La zuppa di pesce. Il brodo vale di suo già parecchio. Il filetto di gallinella spinata trova il suo giusto luogo dove nuotare ... e poi, vongoline, gamberetto, cozza ... e quello che c'è oggi in pescheria, parecchio. Il pane scelto è quello giusto, quello migliore, ai sette cereali.


Esattamente come negli anni '70  e '80
Un pasto veramente marinaro, quello che ti lascerebbe troppo, anzi parecchio, va chiuso con il sorbetto cremoso di mela verde e Calvados. Stacco e vado a fumare uno Eplendidos seduto per sabbia. Sambuca dopo.


Questo sarà il piccolo spazio apparecchiato all'aperto dai primi calori estivi. Cinquanta metri avanti sulla destra, si sta profilando un'altra novità di rilievo a Finale, che va già inserita in questo post perché Timi secondo me ci ha preso di nuovo bene mettendo in campo questa cucina estremamente di pancia al sole.

Li avanti, in un elegante locale dai toni chiari ton sur ton è arrivato Luca Collami, ex stella Michelin al Baldin di Genova. L'ultima stella che ha visto Genova. Luca è li da pochi giorni e, da una prima visione della carta, farà quel che sa fare, puntando di nuovo una fiche sulla rossa. Insomma, si sa, più ce n'è è meglio per tutti, senza gelosie. Langa insegna. E se diversi tra loro meglio ancora.


Il Sogno
Via Roma 45
Finale Ligure (SV)
Tel 019 695472

Ho scoperto che un delatore di TripAdvisor si è preso questo stesso avatar per identificarsi.

gdf, diffidate dalle imitazioni :-)



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